La sospensione delle attività fino al 6 novembre ha colto il Bosto in un momento particolare: da un lato la prima squadra era già ferma (ultima partita disputata in coppa l’1 ottobre, in campionato il 27 settembre) per le situazioni che hanno coinvolto dapprima Ispra e Accademia BMV e poi la stessa società gialloblù, dall’altro lato il settore giovanile era avviato e pronto per la sua stagione sportiva.
Proprio da questo tema parte il dirigente gialloblù Davide Giardini nella sua riflessione: “Oggettivamente dobbiamo fare due ragionamenti separati. Con la prima squadra purtroppo eravamo praticamente già abituati a non giocare alla domenica, anche con scarso preavviso, e quindi non abbiamo avuto su quel piano particolare apprensione o stupore. Era una situazione che si stava già consolidando”.

“Per il settore giovanile invece – prosegue Giardini – un po’ di stupore c’è, anche perché l’ufficialità è arrivata solo in tarda serata. Per quanto riguarda l’aspetto psicologico, morale ed emotivo dei ragazzi sarà un colpo importante: aspettavano da febbraio di riprendere il campionato. Per quanto non ci siano obiettivi di classifica, ma solo di divertimento, il campionato dà loro quel brivido in più, quell’adrenalina diversa, che sul campo già in settimana si sentiva”.
“Gli stessi allenatori avrebbero avuto piacere di vedere i ragazzi contenti per qualcosa che li emoziona e che aspettavano da tanto. La decisione – afferma il dirigente – a nostro avviso poteva essere presa con un pochino di preavviso in più per non creare illusioni: i ragazzi vanno messi al centro dal punto di vista psicologico e verso un ritorno alla normalità e, su questo piano, ci potrebbero essere conseguenze”.

Giardini ci tiene ad affermare l’importanza del settore giovanile e dell’attività di base, a suo avviso i settori più colpiti da questa decisione: “Gli adulti, a questo livello, lo fanno per passione: ovviamente c’è il dispiacere, ma hanno la maturità per comprendere e rinunciare. Per i ragazzi è molto più difficile. Lo sport, per le sue caratteristiche di attività motoria e di aggregazione, gioca un ruolo fondamentale nella loro formazione e nella loro crescita personale. Per questo ci auguriamo che ci diano, nell’interesse dei ragazzi, delle possibilità di azione”.

Quindi, quali sono le prospettive future? C’è l’idea che si possa effettivamente ripartire il 7 novembre? “Bisogna essere realisti: ci avviamo verso la stagione invernale e l’emergenza attuale si mescola alle normali influenze, complicando le cose secondo quelli che sono gli indirizzi e i protocolli a cui ci atteniamo. È difficile pensare che la situazione possa migliorare a breve. Non so cosa abbiano in mente, ma – risponde Giardini – non credo che con l’approccio attuale ci possa essere margine per riprendere campionati e attività in inverno”.
L’auspicio, di nuovo, è che si debba fare il possibile per dare almeno ai bambini e ai ragazzi la possibilità di tornare in campo: “Non sta a noi decidere: ci adegueremo alle scelte, che siano federali, regionali o nazionali. Noi faremo tutto quello che ci è concesso, rispettando disposizioni, restrizioni, norme e protocolli. Ci auguriamo sopra ogni cosa – conclude il dirigente gialloblù – che ci sarà la possibilità di far fare sport ai ragazzi, con le modalità che ci diranno e mettendo in atto tutte le precauzioni necessarie”.

Filippo Antonelli

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