I parquet sono ancora muti. I palloni da pallacanestro non rimbalzano e le retine se ne stanno lì, tranquille, in attesa. In questi giorni però il mondo della pallacanestro è tutt’altro che in placida attesa del semaforo verde che darà, di nuovo, il via alle attività perchè la bozza del cosiddetto “Decreto Spadafora” sta producendo gli stessi effetti di una bomba piazzata in mezzo al salotto buono. Le reazioni degli addetti ai lavori sono state, come comprensibile, le più disparate e proprio per sondare il terreno ne abbiamo interpellato alcuni partendo, “noblesse oblige” da Stefano Bizzozi, responsabile del settore giovanile di Varese Academy.

“I punti più interessanti, nonché già argomento di discussione di questo decreto – dice Bizzozi -, credo siano la regolarizzazione dei cosiddetti “lavoratori dello sport” e, ancora di più, lo svincolo definitivo. Il primo aspetto mi trova completamente d’accordo perchè proprio durante il primo “lockdown” un po’ tutti hanno preso coscienza delle dimensioni del problema. I lavoratori che a diversi livelli operano nel mondo dello sport sono veramente tantissimi e credo sia arrivato il momento di regolarizzarli proponendo loro un inquadramento serio che, come conseguenza diretta, dovrà anche comprendere tutele a 360°. In questo momento i lavoratori dello sport, che nella stragrande maggioranza dei casi svolgono un compito fondamentale anche a livello sociale sono esposti, e subiscono, qualsiasi “tempesta”. Per queste ragioni credo sia arrivato il tempo di mettere mano ad una situazione delicata. Poi, aggiungo, non ho le competenze tecniche per argomentare di “no tax area” o per dire se la cifra “tetto” di diecimila euro sia quella adeguata ma, a sensazione e per quel che ne so, credo che molti colleghi che oggi lavorano in modo precario nella pallacanestro sarebbero ben contenti di pagare le tasse se in cambio ricevessero opportune tutele sul loro operato. Poi, è chiaro, bisognerà capire come aiutare le società nell’attuazione di questo percorso che, da quel che si legge e si interpreta, comporterà ulteriori aggravi per i club”.   

Altro snodo davvero importante e sentito è quello relativo allo svincolo: qual è la tua posizione nel merito?
“Premessa necessaria: sono anni che si parla dello svincolo, descrivendolo come punto d’approdo. Pertanto – continua il coach biancorosso -, era inevitabile che si arrivasse a togliere una norma che, ormai, viene definita di “stampo medievale”. Detto questo, ritengo che prima di tutto l’eliminazione del vincolo comporterà una profonda svolta culturale in tutto il mondo dello sport introducendo un concetto fondamentale: i giocatori non sono proprietà assoluta e definitiva delle società. Tuttavia, una volta che avremo metabolizzato questo ragionamento, bisognerà pur fare un passo, anzi, moltissimi passi in avanti per cercare di proteggere, tutelare e addirittura incentivare il grandissimo lavoro svolto dai club nelle fasce giovanili. L’argomento è a dir poco molto, molto spinoso e comprende diverse fasce di interpretazione e futura applicazione perchè, come noto, coinvolgerà il settore professionistico e quello dilettantistico. La mia prima preoccupazione in un pensiero che definirei “filosofico” è quella, una volta a regime, di garantire a tutti i livelli la massima e assoluta equità. Quindi, in estrema sintesi, trovare delle formule di salvaguardia per tutte le società che nella pallacanestro lavorano a livello giovanile. A mio parere dovranno essere definiti con grandissima limpidezza i criteri dello svincolo e con altrettanta precisione i vari passaggi anagrafici ed economici perchè il rischio, davvero dietro l’angolo, è cercare di evitare che l’attività giovanile diventi sempre e solo un costo, peraltro sempre più pesante a carico dei club”.

Hai già in mente qualche possibile formula?
“Beh, siccome nel decreto si fa esplicito riferimento “ad un passaggio graduale secondo modalità e parametri stabiliti dalla federazioni”, si potrebbero introdurre inizialmente delle finestre di svincolo collegate al percorso scolastico con uscite consentite in prima e terza media, oppure dopo il biennio delle scuole medie superiori. Poi, come dicevo, andranno rivisti con attenzione i parametri economici relativi ai primi d’addestramento e formazione tecnica cancellando seduta stante l’iniqua e pessima percentuale che attuale che prevede il 75% al club di ultimo tesseramento. Gli oggetti del contendere, vedi per esempio lo svincolo tra società professionistiche e tra società dilettantistiche e professionistiche però sono tali e tanti che servirebbero giorni interi per sviscerarli. Però, da addetto ai lavori che da oltre quarant’anni si muove nel basket, mi auguro, e auspico, che questi temi di discussione possano offrire al “soggetto” pallacanestro la grande occasione per attuare una svolta davvero epocale che, per essere realizzata, avrà bisogno del contributo di tutti i club: dalla più piccola società del paese più sperduto, ai top club dominanti. Servirà, insomma, un enorme sforzo collettivo per riscrivere una serie di regole che ci dovranno traghettare verso una pallacanestro più forte e moderna. Infine, consentimi una chiosa del tutto personale, so già cosa dovrò e come Pallacanestro Varese dovremo fare per entrare nello spirito della riforma. Dovremo lavorare ancora di più e ancora meglio per essere sempre attrattivi verso i nostri giocatori giovani convincendoli con argomenti concreti – serietà, professionalità, progetti, strutture, persone, preparazione -, che la scelta di stare a Varese è quella giusta per loro”.                                                                                

Massimo Turconi

2 Commenti

  1. Gentilissimo anonimo,
    prima di tutto la ringrazio per il suo intervento. In seconda battuta, avendo apprezzato alcune sue considerazioni in relazione all’argomento trattato, la invito a volermi inviare un suo contributo che sarà certamente positivamente critico e meglio dettagliato nei contenuti.
    Quindi, mi scriva pure in privato al mio indirizzo mail: max.turco@tiscali.it.
    Ovviamente, come si conviene tra galantuomini, le garantisco pubblicamente che manterrò l’anonimato.
    Grazie per l’attenzione, massimo turconi

  2. ciao….nn ha detto niente di concreto,solo frasi vuote,vediamo come fare a fare il suo settore giovanile,quando i raggazzi andranno via ogni fine anno dove vogliono,senza svincolo,si vede che è un stipendiato

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