Nelle scorse settimane le dichiarazioni della società biancorossa sono sempre state ben chiare e definite. Il nuovo progetto intrapreso dalla Pallacanestro Varese vuole essere un piano ambizioso, di rilancio e sviluppo, votato ad elevare la Openjobmetis sopra gli obiettivi fin ora raggiunti negli ultimi anni.
La volontà è quella di creare una squadra che sia in grado di poter competere da protagonista a partire dal prossimo campionato e Coppa Italia. Un’idea ambiziosa che i fatti, con le mosse societarie e sul mercato, stanno avvalorando.

Varese si ritrova a metà giugno ad aver praticamente archiviato il reparto italiani, con la conferma di Tambone sempre più vicina, e con un progetto sui 5 stranieri che assume i contorni di un idillio per i tifosi biancorossi.
Se infatti il parco italiani è stato costruito sulla linea giovane e di atleti affamati, il reparto stranieri vuole essere il giusto mix di esperienza e valore tecnico, capace di integrarsi al meglio e far crescere anche rapidamente gli innesti più giovani.
Così in attesa di capire cosa deciderà di fare Mayo, con il tentativo di riprendere quel Douglas che in pochi allenamenti a gennaio aveva conquistato tutti gli addetti ai lavori, da coach Caja ai compagni e la volontà di cercare un ala piccola in grado di far fare il salto di qualità in termini di punti al roster, Varese vuole regalare ai tifosi un colpo di teatro inaspettato e strabiliante.

Da qui parte il sogno, concreto e realizzabile, di vedere un certo Luis Scola in maglia varesina. L’ex campione NBA, che ha disputato l’ultima annata a Milano, nonostante la non più giovane età, 40 anni, è ancora uno dei migliori giocatori in circolazione nel suo ruolo, come conferma il Mondiale di Cina disputato lo scorso anno, dove è stato nominato miglior centro del torneo e ha portato la nazionale albiceleste alla conquista della medaglia d’argento. Il suo approdo a Varese lancerebbe il club in una nuova dimensione.

Se dal punto di vista tecnico, non ci sono dubbi che l’arrivo di Scola consegnerebbe a Caja un centro intorno al quale costruire gran parte del sistema di gioco varesino, dal lato commerciale permetterebbe a Varese di mettere a segno un colpo di marketing eccezionale.
La visita dell’argentino che avrebbe fatto alle strutture della Pallacanestro Varese negli scorsi giorni, palazzetto e campus, in compagnia del Toto Bulgheroni, la volontà di rimanere in Italia con la famiglia che vive e non vuole spostarsi da Milano e la voglia di Scola di raggiungere ed arrivare a lucido alla sua ultima olimpiade, con la possibilità di giocare da protagonista una volta a settimana e dosare le energie, sono tutte carte che giocano a favore del suo arrivo a Varese.
Il vero dubbio riguarda il peso economico del centro argentino, che però pare intenzionato a rivedere il suo eventuale compenso pur di conciliare benessere familiare e sportivo, per giocarsi l’opportunità di raggiungere i giochi olimpici.

Più che un sogno un’idea concreta, confermata ieri sera dal GM biancorosso Andrea Conti, nella riunione dei Consorziati di Varese Nel Cuore, tenutosi all’Enerxenia Arena: ” E’ circolato il nome di Scola: tutto vero. Lui vuole partecipare alle prossime Olimpiadi e non vuole giocare una stagione con una squadra impegnata nelle Coppe. Al centro del suo futuro c’è la famiglia che abita a Milano, ecco che Varese sarebbe una tappa perfetta. Aspettiamo e speriamo”.
Molto più di un sogno, un obiettivo concreto, un regalo post covid-19 che la società biancorossa vuole fare ai tifosi per rilanciare l’entusiasmo post pandemia e portare Varese in una nuova dimensione, rendendo i proclami societari di qualche settimana fa più profetici che mai.

Alessandro Burin

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