Intervistare Matteo Tambone in occasione della partita contro la Virtus Roma (domenica 1° dicembre alle ore 12 all’Enerxenia Arena) è un po’ un ritorno al passato. Il play biancorosso, infatti, è cresciuto nelle giovanili della società romana che lo ha fatto esordire in Serie A nella stagione 2012/2013, campionato nel quale la squadra capitolina è arrivata in finale scudetto.

Una prima curiosità però balza all’occhio: Matteo è nato nel 1994 a Graz, in Austria.
“Questa è una vera chicca. Mia mamma infatti è austriaca e mio papà romano. Si sono conosciuti in treno, si sono fidanzati e io sono nato a Graz. Ci siamo però trasferiti a Roma quando ero piccolo e quindi il mio cuore è metà austriaco e metà romano. La mia passione cestistica invece l’ho coltivata tutta a Roma, prima in altre squadre della città, poi sono approdato alla Virtus a tredici anni e da lì ho iniziato la mia carriera”.

Dopo qualche momento di alti e bassi, nelle ultime partite il pubblico varesino è tornato ad apprezzare il vero Matteo Tambone.
“Sono contento. Ci sono state un paio di partite in cui non ho giocato bene, ma ora sto facendo meglio e spero di continuare così come tutta la squadra che ogni giorno si impegna al massimo. Non possiamo recriminarci nulla”.

A questo punto della stagione, come giudichi il vostro cammino? Le difficoltà sono soprattutto in trasferta.
“E’ vero che in trasferta facciamo più fatica e che in casa, col tifo del pubblico, siamo più gasati, ma dobbiamo sfatare questo tabù. Fuori abbiamo affrontato tutte squadre ostiche e quelli di Milano, Brescia e Reggio Emilia sono campi difficili, ma presto vogliamo portare a casa i due punti anche lontano dall’Enerxenia Arena”.

Sei arrivato a Varese nel 2017 e ormai sei entrato nel cuore del popolo biancorosso. Consideri Varese la tua seconda città?
“La metto nelle prime tre: a Ravenna sono stato tre anni, a seguire Varese e poi Roma. Sicuramente giocare in questa città è una tappa fondamentale della mia vita, mi sto costruendo sia come uomo che come giocatore. Ora ho quasi 26 anni e sono nel pieno della mia maturità”.

Quando non sei impegnato con la pallacanestro, dove è facile incontrarti?
“Mi alleno tanto, quindi spesso mi riposo a casa. Ogni tanto il venerdì faccio un aperitivo in centro oppure vado al cinema. Mi piace particolarmente il centro di Varese perchè è tranquillo, ci sono dei bei negozi e c’è vita per i giovani, soprattutto in estate. Adoro anche il posto in cui vivo, ossia vicino al lago. A Roma ero abituato a girare in motorino, ma qui recentemente non riesco più, visto quanto sta piovendo!”.

In questi anni diversi giocatori sono passati da Varese. Ce n’è uno a cui sei particolarmente legato?
“Ho legato con Tyler Cain e sicuramente con Aleksa Avramovic. È stato mio compagno di spogliatoio e a volte mi sembra di sentire ancora la sua voce che mi parla e non smette più. Spesso ci sentiamo”.

Prima di ogni partita hai qualche rito scaramantico?
“Lo cambio ogni anno e in passato ho fatto la doccia fredda prima di entrare in campo. Quest’anno invece faccio i tiri ripetuti dalle stesse posizioni prima di ogni partita”.

Oltre al basket, hai la passione per qualche altro sport?
“Forza Roma, anche se senza Totti e De Rossi la mia passione è un po’ calata. Mi piace anche di tennis e il mio idolo è Roger Federer; lo seguo sempre”.

E poi, cosa ama fare Matteo Tambone?
“Mi piace guardare i film quasi ogni sera, soprattutto i thriller, e poi naturalmente stare con la mia ragazza”.

Fra i tuoi progetti c’è anche quello di tornare a Roma prima o poi?
““Sicuramente sì. Ho lasciato Roma quando siamo arrivati in finale scudetto nel 2013. C’era un clima pazzesco e me lo ricordo benissimo. Mi piacerebbe tornare a Roma per giocare al Palalottomatica perchè finora non mi è mai capitato. Sarà emozionante quando giocheremo lì la partita di ritorno, ma per ora sono tutti discorsi prematuri perchè la mia vita è qui a Varese”.

Benedetta Lodolini