Oggi, Cassano Magnago ha in mente solo la salvezza. Quattro mesi fa, no. Quattro mesi fa le cose non stavano così. Quattro mesi, prima il campionato di serie D iniziasse, i pensieri di coach Michele Vecchiè e dei suoi giocatori erano diversi. Più importanti. Nettamente più ambiziosi. Poi…

“Poi, la realtà che abbiamo dovuto affrontare – racconta Vecchiè – ha preso una piega sinistramente e pericolosamente contraria a quella che tutti speravamo. Una realtà punteggiata da eventi negativi – infortuni seri, acciacchi ripetuti, problemi di lavoro e chi più ne ha, più ne metta – che si sono succeduti l’uno all’altro senza soluzione di continuità. Questa catena di guai è iniziata subito dopo l’inizio del torneo con l’infortunio che ha tolto di mezzo Baroni, ala grande titolare, fuori per l’intera stagione è proseguita con i problemi fisici accusati da altri giocatori fondamentali come Rocca e Borroni e non si è ancora fermata visto che a farne le spese a turno sono stati tutti i miei giocatori, vedi Giadini, Bardi, Vanoli, Grassi, Ragazzo. Insomma, per farla breve non ho mai avuto la fortuna, o il privilegio, di poter schierare la squadra al completo e, peggio ancora, di poter lavorare in palestra con il gruppo che avevamo allestito. Una squadra che, sulla carta, ma anche secondo logica, avrebbe avuto tutte le carte in regola per fare bella figura anche in chiave playoff”.

Invece, oggi, la classifica esprime numeri preoccupanti.
“Il bilancio attuale è certamente poco confortante: 12 punti in classifica frutto di 6 partite vinte e 11 perse, ci collocano ai margini della zona salvezza e in piega bagarre playout. Tuttavia, la speranza di recuperare in fretta alcuni giocatori e, di conseguenza, provare a raggiungere almeno la salvezza diretta è ancora presente e in questo momento rappresenta l’obiettivo da conquistare a tutti i costi. La strada da percorrere non sarà semplice anche perchè – segnala il tecnico cassanese – in alcuni scontri diretti siamo in svantaggio quindi, compatibilmente con le scarne risorse a disposizione, bisognerà produrre uno sforzo aggiuntivo per tentare di strappare almeno il nono posto. Però, nonostante le disgrazie ho ancora tanta fiducia e sono convinto che, prima o poi, la valanga di sfortuna che ci ha investito si fermerà. Intanto, a parziale consolazione, arrivano buone indicazioni  dallo spazio che i nostri giovani, complici le molteplici disgrazie, si stanno ritagliando. Colombo e Puricelli (classe 1997), Rizzo (classe 1998) e la coppia Ricci (’99)-Montoli (2000) lavorano tutti con grande profitto in allenamento e per alcuni di loro, in particolare i primi tre, si sono create buone opportunità di gioco. In una stagione che finora è stata da “buio pesto”, un piccolo spiraglio di luce ci aiuta a guardare al futuro con un pizzico di ottimismo in più”.

Massimo Turconi
(foto di repertorio)