Le nuvole nere sembrano diradarsi nel cielo sopra Besnate: la Besnatese, infatti, domenica scorsa è tornata a conquistare i tre punti dopo dieci lunghe giornate di digiuno e ora lo spettro playout fa forse un po’ meno paura. Ci sarà certamente ancora da lottare negli ultimi cinque turni di campionato, a cominciare dall’importante scontro di domenica prossima contro il Saronno, e i giocatori ne sono consapevoli, ma la vittoria contro l’Olimpia è stata una boccata d’aria purissima come conferma Federico Randon, uno dei pilastri della formazione di mister Rasini.

Federico Randon Besnatese 02Dopo un girone d’andata scintillante, avete vissuto un ritorno in caduta libera. Che cosa è successo con l’inizio del 2019?
“Purtroppo ha cominciato a girarci tutto male: alcuni infortuni ci hanno penalizzati, uno su tutti quello di bomber Angelucci che ha sofferto per problemi alla caviglia e di pubalgia e, inoltre, siamo stati sfortunati in più circostanze. A memoria, ricordo il gol della sconfitta contro il Morazzone arrivato all’ultimo così come il 3-1 immeritato in casa della Rhodense in cui, nonostante l’uomo in meno, abbiamo giocato bene e avremmo meritato di più. Insomma, gli episodi non giravano a nostro favore e non riuscivamo a capire il perchè e a trovare il bandolo della matassa. Con domenica scorsa speriamo di esserci messi alle spalle tutto ciò”.

Dopo un’andata così bella vi aspettavate di ripetervi e di lottare per qualcosa di più della salvezza?
“Non credevamo di arrivare così in alto, sinceramente. Con il senno di poi siamo andati forse fin troppo bene e ci siamo adagiati un po’. In realtà, invece, per come siamo fatti abbiamo bisogno di essere sempre stimolati e di trovare motivazioni forti. Questo spiega il nostro buon rendimento con le cosiddette ‘grandi’, contro le quali non abbiamo mai sfigurato, e la nostra fatica a piegare le formazioni meno blasonate o quelle che sono dietro di noi. Dovremmo fare un salto di qualità dal punto di vista mentale e imparare a non perdere la bussola quando le cose vanno bene. E’ questo quello che ci manca per ambire alle posizioni di alta classifica”.

La gara di domenica contro il Saronno è da prendere con le pinze e da non sbagliare. 
“Per il Saronno è forse l’ultima possibilità per evitare la retrocessione matematica e davanti al pubblico amico darà il tutto per tutto. Noi dovremo essere bravi a reggere l’urto e a piazzare l’affondo decisivo. I tre punti per noi sono fondamentali per staccarci dalla zona playout; ci sarà da lottare. Nei prossimi incontri affronteremo Gavirate, Vergiatese e Uboldese e non è detto che, vista la nostra attitudine a mettere in difficoltà le grandi, non potremo fare qualche scherzetto al Gavirate o alla stessa Vergiatese di mio fratello. Gli ho già detto di stare attento. A parte gli scherzi, dobbiamo pensare a noi e a salvarci il più in fretta possibile”.

Federico Randon Besnatese 04Quanto a te, sei contento della tua stagione? 
“Mi fa molto piacere che il mister riponga fiducia in me e l’abbia fatto anche quando i risultati non arrivavano. Non conoscevo Rasini e, ad annata quasi terminata, posso dire che è un ottimo allenatore, che fa giocare bene la sua squadra e infonde tranquillità. Sono un mediano, ma non rompo solo il gioco degli avversari; qui ho infatti la possibilità di impostare anche il nostro gioco e non mi faccio mai mancare almeno due sciabolate ad ogni gara. Mi piace molto Verratti, appena posso seguo le sue partite e cerco di imparare i suoi movimenti. Sarà lui il faro della nostra nazionale”.

Tuo fratello in estate ha lasciato Besnate per accasarsi prima all’Olimpia e adesso alla Vergiatese. Com’è giocare senza di lui?
“Per qualche anno siamo stati compagni di squadra a Besnate ed è stato molto bello condividere con lui anche questo aspetto. Andrea, però, alla fine dello scorso campionato ha deciso di cambiare aria e ritengo che abbia preso la decisione giusta. Ha qualche anno in più di me e voleva puntare ad obiettivi più alti della salvezza e ora infatti si sta giocando la promozione in Eccellenza con la Vergiatese. Il 21 marzo è diventato papà di Nicolò e per lui è un anno ricco di gioie e cambiamenti. Sono contentissimo per lui. Io, invece, ho scelto di rimanere alla Besnatese che per me è come una famiglia”.

Non sei solo un giocatore della Prima Squadra, alla Besnatese sei molto di più. 
“La società Besnatese è davvero una grande famiglia, non è una frase fatta ma è la pura verità. Qui mi trovo benissimo e da tre anni ho iniziato anche ad allenare nel settore giovanile. Dapprima mi hanno affidato i 2008, mentre dall’anno scorso sono alla guida della squadra dei 2010 insieme a Francesco Passafiume. Allenare mi gratifica e stare vicino ai bambini mi piace molto; studio Scienze Motorie e non escludo che sedermi in panchina possa essere una concreta prospettiva per il mio futuro”.

Federico Randon Besnatese 03Dal futuro al tuo passato: un tuo infortunio ti ha chiuso qualche porta. 
“Purtroppo sì e c’è un po’ di rammarico. Dopo tutta la trafila nel settore giovanile del Torino Club Gallarate, sono stato chiamato dalla Varesina. Il primo anno ho fatto la spola tra la Juniores e la Prima Squadra che militava in Eccellenza e ho fatto il mio esordio con i più grandi sia in Coppa Italia, sia in campionato. L’infortunio al crociato, tuttavia, ha di fatto chiuso la mia avventura proprio ad un passo dal diventare il capitano della Juniores Nazionale. Sono stato fermo per tanti mesi e tre stagioni fa sono ripartito da Besnate che ha creduto in me e che non smetterò mai di ringraziare”.

Qual è il tuo sogno?
“Mi piacerebbe vincere il campionato con la Besnatese. Questo non è solo il mio sogno, ma è anche quello dei tanti tifosi che ci seguono sempre. Spero di riuscire a realizzarlo”.

 
IL CAMMINO DELLA BESNATESE

Laura Paganini