Non le manda di certo a dire Marco Caccianiga, il responsabile della Scuola Calcio del Varese che è stata costretta a sospendere le attività a causa della chiusura dello stadio “Franco Ossola”. Caccianiga è intervenuto durante la nostra ultima puntata de “Il Salotto di Varese Sport” in cui abbiamo affrontato la questione degli impianti sportivi cittadine e ha espresso la sua opinione senza mezze misure.

“Siamo finiti in mano ad una banda di incompetenti. Non tollero che una società se ne freghi del vivaio per concentrarsi su una prima squadra che, con tutti il rispetto parlando, gioca in Eccellenza. Il futuro non è portare a termine la stagione della prima squadra, il futuro sono i bambini e i ragazzi e se non si pensa a loro significa che non si pensa al domani del club. E’ normale che poi va tutto a scatafascio. L’errore iniziale è stato quello di poter pensare di tornare subito in alto, ma per farlo, oltre ai soldi, servono le competenze”.

Su Varesello dice: “Il centro sportivo Barassi, lui sì che ci ha messo il cuore, non serviva solo per far allenare i ragazzi, ma c’era tutto un discorso messo in piedi sia col Comune sia con l’Università dell’Insubria per una sua polifunzionalità. Il Varese non è stato in grado di portarlo avanti”.

Poi il mea culpa: “Avremmo dovuto lottare, mettere la società con le spalle al muro per farlo riaprire. Non tollero che allenatori e squadre abbiano affittato o siano ospiti di altre società. Non lo accetto. E purtroppo se ognuno guarda al suo orticello e non si rimane uniti, non si va da nessuno parte”.

Ecco un estratto del suo incisivo intervento: