Alla fine è il solito Tetris. Cioè, incastrare 60 squadre in 3 gironi da 20 facendo quadrare gli spigoli. E passando attraverso geografia (non sempre), politica (spesso) e il solito vastissimo assortimento di ordine pubblico e Balance of Performance (livello omogeneo di competitività). Vai a sapere come, ma in qualche modo, i tetramini finiscono sempre a dimora.

Com’è bello far la C da Trieste in giù. Al netto dell’ultimo slot di B da assegnare sabato al Provinciale di Erice tra Trapani e Piacenza e al lordo dei consueti ripescaggi e defezioni, diamo un’occhiata all’attuale organico della Serie C. Farcito da conferme, retrocessioni dalla cadetteria e promozioni dalla D.
Piemonte (Alessandria, Gozzano, Juventus U23, Novara, Pro Vercelli) (5)
Lombardia (Pro Patria, Albinoleffe, Como, FeralpiSalò, Giana Erminio, Lecco, Monza, Pergolettese, Renate) (9)
Liguria (Albissola) (1)
Alto Adige (SudTirol) (1)
Veneto (Arzignano Chiampo, Padova, Venezia, Vicenza) (4)
Friuli Venezia Giulia (Triestina) (1)
Emilia Romagna (Carpi, Cesena, Imolese, Ravenna, Rimini più eventualmente il Piacenza) (5)
Toscana (Arezzo, Carrarese, Lucchese, Pianese, Pistoiese, Pontedera, Siena) (7)
Sardegna (Arzachena, Olbia) (2)
Marche (Fermana, Sambenedettese, Vis Pesaro) (3)
Umbria (Gubbio, Ternana) (2)
Abruzzo (Teramo) (1)
Lazio (Rieti, Viterbese) (2)
Campania (Avellino, Casertana, Cavese) (3)
Puglia (Bari, Foggia, Monopoli, Virtus Francavilla) (4)
Calabria (Catanzaro, Reggina, Rende, Vibonese) (4)
Basilicata (Picerno, Potenza) (2)
Sicilia (Catania, Sicula Leonzio, Siracusa più eventualmente il Trapani) (3)

Totale, 59 squadre cui sommare (come detto), la perdente del ritorno di sabato tra Trapani e Piacenza (andata 0-0 al “Garilli). Per la cronaca, 18 regioni rappresentate con le sole eccezioni di Valle d’Aosta e Molise e il primato (9) della Lombardia.                                                           

We The North. Tra gli scenari possibili (ma siamo davvero alle aste), quello a suddivisione latitudinale con la riedizione del format Nord/Centro/Sud. Scomparso dai radar dal secolo scorso. Fosse così, il raggruppamento settentrionale (terribile dal punto di vista della competitività) sarebbe servito con le 5 piemontesi, le 9 lombarde, le 4 venete più SudTirol e Triestina. Con toscane ed Albissola a scalare nel girone centrale. E giocandosi le temutissime sarde (per ragioni logistiche) in subordine a quanto accadrà tra Piacenza e Trapani. Tutto in divenire considerato che nella stagione uscente la Pro Patria è stata l’unica lombarda del Girone A e che nel prossimo campionato la nostra regione ha guadagnato 3 posti con le promozioni di Como, Lecco e Pergolettese. Amarcord che già aumentano la salivazione dei tifosi tigrotti. Sempre che siano messi in calendario.

Barcollo ma non mollo (forse). Chiaro che quanto tracciato sopra vada poi maritato con le difficoltà economiche (e non) di molti club. Al momento, le criticità note riguardano (oltre alle nequizie della solita Lucchese), l’Imolese (criteri infrastrutturali), il Carpi (Bonacini è in attesa di cessione), il Teramo (gestione del “Gaetano Bonolis”), la Viterbese (Camilli ha annunciato l’addio), il Siracusa (la proprietà ha fatto appello all’imprenditoria locale), e addirittura il Trapani (ovviamente in caso di mancata promozione). Ma il muro del pianto potrebbe ampliarsi ad un’altra mezza dozzine di società. In ossequio alle italiche tradizioni estive. Insomma, stessa spiaggia, stesso mare. Come sempre.       

Giovanni Castiglioni