Prima Ceresole Reale, poi Courmayeur; le due tappe alpine, preludio alle salite più dure, hanno già sfoltito la classifica generale andando a delineare chiaramente i corridori che si contenderanno la maglia rosa della 102^ edizione del Giro d’Italia. 

Ieri l’azione in solitaria di Richard Carapaz ha portato l’ecuadoregno del team Movistar a vestire momentaneamente il simbolo del primato, ma i big, su tutti lo sloveno Primoz Roglic e il nostro Vincenzo Nibali, sono sulle sue tracce. E anche oggi non sono ammesse distrazioni perché la parte finale della frazione che va da Ivrea a Como nasconde non poche insidie altimetriche che potrebbero farsi sentire sulle gambe dei protagonisti della corsa rosa. Salite che magari non saranno ardue come quelle alpine, ma pur sempre temibili soprattutto considerando le pendenze in doppia cifra nelle ascese del Ghisallo e di Civiglio. In ogni caso, come sempre, il verdetto lo darà la strada. 

Quella stessa strada che già ore prima del passaggio della corsa si anima di vita propria, grazie alle ali di pubblico che attendono impazientemente il passaggio, solo per pochi secondi, dei loro beniamini. Non fa eccezione la provincia di Varese, da sempre tradizionalmente legata al mondo del ciclismo: già dalle 12.00, infatti, centinaia di persone hanno cominciato a riempire le strade di Busto Arsizio aspettando per un’ora e mezza l’arrivo del plotone. E passeggiando tra le vie di Busto in una giornata dedicata al ciclismo il pensiero non può che andare al più grande di tutti, quel Fausto Coppi che sicuramente ha fatto innamorare di questo sport ben più di una generazione. A cent’anni dalla nascita dell’Airone il Giro d’Italia ha voluto omaggiare il Campionissimo in ogni modo: lo scorso 22 maggio c’è stato l’arrivo a Novi Ligure a pochi chilometri dalla casa in cui viveva, mentre il giorno seguente la tappa da Cuneo a Pinerolo ha richiamato alla memoria l’impresa del 1949 quando Coppi tagliò il traguardo con 11’52’’ sugli inseguitori. E oggi anche Busto Arsizio lo ricorda perché il decennio in cui è stato tesserato per il Velo Club Bustese non si dimentica facilmente: citare tutto il suo palmares sarebbe inutile, anche perché la vittoria più grande l’ha firmata mantenendo vivo il suo ricordo nei cuori delle persone.

Cuori che ancora oggi battono con la stessa emozione per questo magnifico sport. I tempi sono cambiati, ma nella testa dei corridori c’è sempre la volontà di entrare nella leggenda. A transitare per primo al traguardo volante è stato Dario Cataldo, in fuga fin dai primi chilometri insieme a Mattia Cattaneo, con 13 minuti di vantaggio sul gruppo maglia rosa, regolato dalla maglia ciclamino Arnaud Démare. Sicuramente il traguardo volante di Busto Arsizio non permetterà a nessuno di entrare nella leggenda, ma per un corridore ogni chilometro di ogni strada è importante, perché tempo fa su queste stesse strade Fausto Coppi ha scritto pagine e pagine di storia del ciclismo.

Matteo Carraro