Diciotto anni compiuti da poco e tante esperienze di vita, alcune per niente facili, che l’hanno fatto crescere in fretta. Il giovanissimo portiere della Varesina Simone Cotardo, classe 2000, ha giocato titolare nelle ultime due partite dimostrando grande maturità. La passione per il calcio gliel’ha trasmessa suo papà con un passato da portiere, ogni partita giocata è invece dedicata alla mamma, venuta a mancare quattro anni fa. Ha girato l’Europa al seguito di sua sorella che è una giovane cineasta che ha già ricevuto riconoscimenti importanti per i suoi cortometraggi di animazione.
Ci racconti la tua carriera fin qui?
«Ho passato cinque anni in Svizzera tra Lugano e Chiasso. Poi ho giocato un anno al Varese prima di passare alle giovanili della Pro Patria in cui sono stato lo scorso anno. In estate mi hanno girato in prestito al Legnano e poi nel mercato invernale sono arrivato alla Varesina».
Come mai questa scelta?
«Al Legnano mi sono trovato bene, ho giocato e sono contento. Ho imparato molto, ma ho preferito cambiare. Alla Varesina trovato un ambiente splendido, vivo insieme a due miei compagni di squadra nonostante sono di Luino. Questa società non ha nulla da invidiare alle realtà professioniste».
Hai da sempre giocato in porta?
«Assolutamente sì, sin dal primo allenamento. Mi ha trasmesso questa passione mio papà, anche lui faceva il portiere. Si è infortunato da giovane e si è dovuto ritirare presto, ma mi ha tramandato la voglia di calcio».
Quali sono i tuoi punti di forza e in cosa devi invece ancora migliorare?
«Essendo giovane devo sicuramente fare esperienza, tra i punti positivi c’è il fatto che sono uno che impara in fretta. Il portiere moderno deve saper fare tutto».
Qual è stata la tua parata più bella?
«Non ce n’è una in particolare, ma sicuramente mi ricordo la prestazione col Legnano contro il Varese. Non mi soffermo mai al passato, guardo avanti».
Il tuo portiere preferito?
«Wojciech Szczesny della Juve anche se tifo Milan. Tecnicamente lo trovo tra i più forti».
A quale attaccante sogni invece di parare un rigore?
«Sognare non costa nulla e quindi dico Cristiano Ronaldo».
 Cosa fai nella vita oltre a giocare a calcio?
«Frequento l’ultimo anno del Keynes di Gazzada e studio informatica. Non è facile far combaciare tutto, ma ci provo. Al momento penso al diploma, poi vedrò se proseguire o meno gli studi».
Hobby?
«Ascolto l’hard rock, amo gli AC/DC e mi piace viaggiare. Raggiungo spesso mia sorella Ilenia che lavora in giro per l’Europa. E’ il mio orgoglio».
Capitolo campionato. C’è del rammarico per l’ultimo pareggio casalingo?
«Decisamente sì, anche se non possiamo rimproverarci nulla. Nel girone di ritorno non abbiamo mai perso e abbiamo pareggiato due partite. Siamo la squadra che è andata meglio. La Castellanzese ha rallentato, è difficile ma proveremo a recuperare ulteriore terreno».
I tuoi obiettivi?
«Non mi piace pensare in grande. Spero di crescere, di fare esperienza e ambisco alle categorie superiori».

Elisa Cascioli