Così vicino così lontano. Invertendo l’ordine dei fattori del titolo di un sottovalutatissimo film di Wim Wenders, il risultato cambia eccome. L’ossimoro ribaltato rappresenta in controluce il senso della conviviale di marzo del Panathlon Club La Malpensa che ha visto il confronto a distanza ravvicinata tra la scherma tradizionale e il Kendo giapponese.
Panathlon 3In realtà, il tema del meeting mensile del sodalizio del presidente Enrico Salomi era esclusivamente la “via della spada” nipponica. Ma la visita guidata dal Maestro Giancarlo Toràn all’attigua Agorà della Scherma che ha fatto da prologo alla serata (ospitata dalla Sala delle Feste del Museo del Tessile di Busto Arsizio), ha inevitabilmente stimolato il parallelo. Cosa unisce (o cosa divide) le armi “occidentali” a quelle del Sol Levante? Bella domanda. Solo parzialmente evasa causa tempo e complessità della materia dal Maestro Claudio Regoli (cintura nera sesto dan di Kendo e nume tutelare delle arti marziali orientali con curiosi sconfinamenti agonistici in Tiro a Segno, Vela e Football Americano). Il Direttore Tecnico del Tengukan (Scuola di Arti Marziali Giapponesi armate) è stato un relatore a metà strada tra la teoria (dimostrazione e simulazione di un combattimento tra i suoi allievi) e la pratica (soliloquio a katana sguainata).

L’argomento schermistico non poteva che essere il preludio all’invocato ritorno di Cesare Vago, decano del club e recente Elsa d’Oro al Merito. Accompagnato dal figlio Marino, spalleggiato dall’assessore allo sport Gigi Farioli e da uno dei simboli della spada bustocca Sergio Fabrizi, il testimone di oltre mezzo secolo di Pro Patria Scherma ha mostrato una forma invidiabile abbassandosi anche uno dei suoi 93 anni. Un amarcord che ha regalato alla conviviale memorabili attimi di struggimento emotivo.

Giovanni Castiglioni