Solo unite si può sperare di portare a casa una salvezza che ora, più che mai, sembra lontana. La SCS Varese deve ingoiare un altro boccone amaro, frutto però solo della sua poca convinzione e determinazione. San Martino di Lupari ha fatto la sua partita, mostrando un buon gioco corale e buone individualità, iniziando con Profaiser, poi con Amabilia che ha messo le due bombe finali della sicurezza e con Milani, che ha colpito ogni volta che ne ha avuto la possibilità.

Varese da parte sua è stata troppo morbida. In difesa non ha morso come il solito e in attacco, a parte Francesca Sorrentino, davvero encomiabile per impegno e dedizione per tutti i 40 minuti, e nonostante abbia perso un dente in uno scontro di gioco, le altre sono andate a corrente alternata. 3 su 20 da tre punti e 15 su 24 ai liberi in una gara persa di soli 6 punti sono dati che fanno la differenza. Se si pensa poi che dopo 20 minuti la gara era in perfetta parità, si deve ancora una volta recriminare sul terzo periodo nel quale le ospiti hanno piazzato un 19 a 9 che ha chiuso i discorsi.

Coach Lilli Ferri al termine della partita era davvero molto arrabbiata, per la mentalità non da professioniste delle atlete e dall’atteggiamento non costruttivo. “Ogni volta che perdiamo palla e le cose non vanno come dovrebbero, ci scolliamo anche in difesa, dimostrando un atteggiamento assolutamente non da giocatrici di un certo livello”, ha tuonato il coach varesino.
Della stessa idea anche il Direttore Sportivo Flavio Suardi. “Tutte ci devono credere”, ha detto “si può tirare male, ma energia, voglia e grinta non possono mai mancare, invece ogni volta dobbiamo fare i conti con la latitanza di qualche giocatrice e, per poterci salvare, per noi questo è impensabile”.

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