Varese Sport gennaio 1988Il Varese rischia di fallire per la quarta volta in 108 anni di storia. Il precedente più recente, appena due anni fa, risale all’estate 2015 a 11 anni di distanza dalla rinascita dall’Eccellenza del Varese 1910 che a sua volta nacque in seguito alla morte del Varese Football Club nel 2004. Entrambi i fallimenti si registrarono al termine di stagioni travagliate.
Sarà il nome, o forse no, ma le vicende del Varese Calcio di oggi somigliano molto a quelle del Varese Calcio spa che, esattamente 30 anni fa, a cavallo tra il 1987 e il 1988 si ritrovò ad affrontare debiti e gestione fallimentare.

Come 30 anni fa, il Varese rischia di saltare. In panchina sedeva Carletto Soldo che fu il primo a denunciare la mancanza degli stipendi, anche allora c’era un amministratore unico (come lo è oggi Basile) che era Riccardo Scandroglio, il presidente Squizzato invece, al contrario del Sauro Catellani di oggi, era anche il proprietario del club.

La situazione esplose nel dicembre del 1987 e i mesi successivi furono decisivi per la nascita di un Varese nuovo. Mentre l’assemblea dei soci optò per la messa in liquidazione della società, ebbero un ruolo fondamentale il sindaco di Varese Sport aprile 1988Varese Maurizio Sabatini e il curatore fallimentare Sergio Caramella. Mentre la squadra continuava a scendere in campo spinta da capitan Stefano Serami (il Michele Ferri di oggi), le istituzioni diedero un supporto fondamentale.

Il Varese, che aveva un debito di un miliardo e 400mila lire, riuscì a fallire (in tribunale) e a salvarsi contemporaneamente (sul campo): in estrema sintesi, come vi raccontavamo dettagliatamente sulle pagine del mensile Varese Sport che trovate qui a lato, avvenne la scissione tra i debiti e il titolo sportivo che poi finì in mano degli imprenditori Claudio Milanese,  Luigi Orrigoni, Cesare Bernasconi e Guido Borghi. Nacque il Varese Football Club che iniziò un’altra stagione in C2 nell’88/89 dopo l’8^ posto dell’anno prima.

Chi ha guidato finora il Varese Calcio non ha fatto altro che gestire male e senza alcun senso le finanze per poi prendere (o perdere) tempo affidando prima la gestione sportiva ai Catellani che non hanno (o non vogliono) alcun potere (indicativo il fatto che né ieri né oggi erano presenti all’allenamento della squadra) e successivamente rivolgendosi al sindaco Davide Galimberti che è venuto a conoscenza della questione leggendola direttamente sui giornali.

Siamo già a metà febbraio, non era forse il caso di rivolgersi invece ad un curatore fallimentare che possa immediatamente mettere mano ai conti e quantificare un debito che non è ancora chiaro e che potrebbe anche superare i 600mila euro? Il tempo perso potrebbe rivelarsi fatale, il Varese non sa come arrivare a fine stagione e adesso circola lo stesso pensiero dell’ultimo anno di Serie B con Laurenza, allora era “Ripartiamo dall’Eccellenza, senza questa dirigenza”, oggi recita più o meno “Ripartiamo dalla Terza Categoria, ma con gente pulita, serve gente seria”. Fa male ammetterlo, ma il Varese di oggi è figlio di quella volontà e noi vorremmo proprio capire dove sta questa gente per bene e a quale essere superiore toccherebbe individuarla.

Elisa Cascioli