Prima o poi doveva succedere una giornata storta”. Messa così potrebbe quasi sembrare un alibi. O un eccesso di fatalismo. Ma siccome il sacco da cui proviene la farina in oggetto è quello di Ivan Javorcic, il senso della considerazione ha più a che fare con la statistica che con la rassegnazione. Finire l’anno con una sconfitta (peraltro secca e meritata), si presta al rischio di deformare il giudizio. Quindi, meglio non farsi tirar dentro dalla stretta attualità. Del tipo, più del 3-1 di ieri a Pistoia (foto La Nazione) valgono i 27 punti dell’andata (ormai da arrotondare alla prima di ritorno). Fatturato che al lordo dei recuperi significa più 10 sulla quintultima (Albissola). Che (a parità di gare con le inseguitrici), diventerebbero 8 nel caso in cui l’Olbia superasse il Siena nella ripetizione della gara sospesa per vento il 9 dicembre. Curiosamente, proprio sardi e toscani saranno i prossimi avversari bustocchi alla ripresa di gennaio (20 e 23). Tutto questo per dire che la formazione tigrotta ha appena chiuso un 2018 caratterizzato da una prima metà meravigliosa (promozione e Scudetto dilettanti) e da una seconda di splendido nuovo affaccio al professionismo. Vietato pronunciare la parola playoff? Ah già, ad oggi ci sarebbero anche quelli.

Fanucchi del mestiere. Cinque reti in carriera contro la Pro Patria (2 ieri, 3 quando militava nell’Alessandria). Per Jacopo Fanucchi vedere biancoblu e metterla dentro è un po’ la stessa cosa. Certo, le due punte larghe (Latte Lath e Forte) hanno favorito gli inserimenti del trequartista lucchese costringendo spesso i 3 centrali tigrotti all’uno contro uno. Circostanza che avrebbe dovuto coinvolgere maggiormente interno e mezzali. Apparsi ieri in netto imbarazzo rispetto agli omologhi arancioni. A perimetrare la giornata storta anche il ritorno al gol di Cellini dopo 239 giorni.

The hateful eight. Striscia positiva troncata a 8 (3 vittorie e 5 pareggi). Circostanza simile al 2016 quando la serie di 8 vittorie (record storico per il club) venne stoppata all’ultima dell’anno a Darfo (1-0 il 18 dicembre). Anche allora l’usura nervosa (più di quella fisica) contribuì ad interrompere lo stato di grazia della formazione bonazziana. Evidentemente (a differenza della Cina) l’8 è poco propizio in via Cà Bianca.

I (quasi) 400 colpi. In analogia ai risultati, spezzata anche l’imbattibilità della porta di Tornaghi. Il centro della Pistoiese dopo 1’35” ha chiuso a 396’ la parentesi aperta da Gigli del Gozzano il 9 dicembre. L’anno passato si era arrivati a 435’ (29^/34^), due stagioni fa addirittura a 520’ (9^/14^). La Pro Patria non subiva 3 reti in trasferta dal 3-0 di Ciliverghe del 19 febbraio 2017.

Schiaccia Le Noci. Stordente il gol di Mora a Pisa? Ok, ma che dire della volée no look di Le Noci al “Melani”? Roba da lasciare la mascella a mezz’asta per almeno un quarto d’ora. Peraltro inutile, la Monna Lisa di Beppegol incornicia il momento di ispirazione artistica dell’attaccante comasco giunto a 4 reti in 858’ giocati. L’anno passato aveva chiuso a 7.

Andiamo a comandare. Con il successo di ieri al “Garilli” per 1-0 (Morra), la Pro Vercelli ha superato proprio il Piacenza per raggiungere la vetta del Girone A (sempre 36 punti, ma una gara in meno). Grazie alle gare da recuperare (6), l’Entella a quota 30 è l’unica virtualmente in grado di insidiare il primato delle Bianche Casacche. Dopo 3 sconfitte è tornata al successo la Carrarese che ha messo sotto 2-0 in casa l’Arzachena. I sardi non hanno ancora raccolto un singolo punto in trasferta.

Sprofondo rosso(nero). Quarto 3-0 consecutivo per il Pro Piacenza. Il primo reale, gli altri 3 a tavolino causa sciopero (o quello che è) emiliano. Se il 20 gennaio i rossoneri non scenderanno in campo contro l’Alessandria, scatterà la radiazione d’ufficio e tutti i risultati verranno annullati. Al di là del potenziale beneficio per la Pro Patria, la domanda è una e una sola: “Di chi è la responsabilità?” (cit. Ivan Javorcic).

Giovanni Castiglioni