24 anni compiuti lo scorso 14 maggio, Matteo Tambone è stata una delle più piacevoli sorprese italiane dell’annata appena trascorsa. Nessun timore reverenziale, la faccia giusta e la voglia di confrontarsi al massimo livello con atleti superiori rispetto a quelli presenti in A2. Esame ampiamente superato per il play che a 18 anni esordiva già in A con la maglia della Virtus Roma, ma da allora di strada ne ha fatta veramente tanta.
Arrivavi da tre anni a Ravenna in assoluto crescendo, ma ti aspettavi di disputare una stagione d’esordio in serie A come quella appena passata?
“Sapevo che potevo far bene in serie A, ma sapevo anche che avrei dovuto attendere un minimo di ambientamento a questi livelli perchè comunque il livello è più alto rispetto alla A2 e la palla viaggia più velocemente sul parquet. Devi esser più veloce nelle letture e anche il fisico è molto più importante che non al piano di sotto. Ripeto: credevo in me e sapevo di poter starci in A e ci sono voluti un paio di mesi prima di trovare la misura anche se avevo iniziato bene in prestagione. Ho avuto 3/4 gare con un pò di difficoltà, ma poi penso di essermi sbloccato e di aver terminato bene la stagione”.
Qual è l’aspetto su cui lavorerai maggiormente quest’estate per migliorare il tuo rendimento?
“Secondo me devo lavorare ancora sulla potenza sulle gambe: ho 24 anni e penso di poter crescere ancora a livello fisico. Certamente devo migliorare sulla mano debole così come sulle letture anche se penso che devo migliorare in generale tutti gli aspetti del mio gioco”.
I playoffs li avevi già giocati da protagonista al piano di sotto con Ravenna, ma cos’hai provato durante il riscaldamento di gara 1 a Verona contro Brescia?
E’ stata un’emozione pazzesca. Già è un sogno giocare in serie A dato che da bambino punti a questo: ad arrivare a giocare nella massima serie del nostro campionato. Arrivare ai playoff con una squadra come Varese, sei invaso dalle emozioni che ti spingono a dare il 101% di quello che hai dentro”.
Nel tuo ruolo ci sono tanti giocatori stranieri e pochissimi italiani in quella che una volta era una nostra specialità. Dopo quest’annata, un pensierino alla maglia azzurra nei prossimi anni?
“Lavoro anche per arrivare a giocare un domani in Nazionale. Ho dimostrato a me stesso che in serie A posso starci e posso giocarci, voglio anche dimostrare di poter meritarmi quella maglia e lavorerò nei prossimi anni per migliorarmi anche per questo obiettivo”.
Cosa ci dici di coach Caja?
“Lo conoscevo già prima di arrivare a Varese perchè lui mi ha allenato nella Nazionale sperimentale. Lui mi ha voluto qui e sono molto contento di aver ricevuto la sua chiamata. E’ un allenatore molto puntiglioso e molto esigente, però poi ti fa tirare il meglio di te stesso come abbiamo dimostrato in questa annata. Sono molto contento di poter fare un altro anno insieme a lui”.

Matteo Gallo