E pur si muove. Nonostante il silenzio delle parti e nessuna novità da annunciare, qualcosa in casa Varese continua a muoversi restando sottotraccia. Della proposta da parte del gruppo di finanziatori individuato dai Catellani nemmeno l’ombra, nonostante l’annuncio di venerdì 16 marzo di Fulvio Catellani il quale nei giorni scorsi ci ha precisato che “in sostanza l’offerta era già stata formulata e fatta avere ai diretti interessati”. Vai a capire. Tuttavia c’è da dire che non c’è stato nemmeno l’annuncio “della ritirata” e di conseguenza si può presupporre che i Catellani e il finanziatore di riferimento restino a far parte dello scacchiere biancorosso.

Salvare un club in Serie D con oltre 600mila euro di debiti sembra un’impresa impossibile e resta da capire che strada percorrerà Paolo Basile. Non essendosi mai dimesso nonostante l’essersi fatto da parte da dicembre, è tuttora proprietario e amministratore unico del club; dunque colui che ne gestisce i conti.

Ieri le casse del club sono state rinfrancate dai soldi pervenuti dalla cessione di Repossi della Ternana. Dei 25mila euro previsti, ne è stato accreditato, come previsto, l’80 per cento, ovvero 20mila. Tolti i 6mila euro per sistemare il “rosso” e anche i 2500 di multa per i fatti nel derby a Como, vanno aggiunti i circa 5mila provenienti dai tifosi tra la Giornata biancorossa facoltativa (circa 3.800 euro) e la raccolta da parte di Curva (500 euro) e del club Pierfranco Bino (1.000 euro).
La cifra attualmente a disposizione non è comunque sufficiente a coprire il totale di una mensilità a squadra, staff e dipendenti che non percepivano i rimborsi da novembre. Il Varese ha deciso di pagarne comunque una parte versando gli acconti. Si tratta della metà di una mensilit. Questa la decisione presa col benestare di Basile.

Elisa Cascioli