Apparecchiare la tavolata per le nozze con i fichi secchi. Alla Sportiva Gavirate è normale e accettato da tutti. Da anni, ormai. Spinti dalla logica del: “Si fa con quel di ha e con quello che si produce”, assolutamente perfetta, e meritoria, e da imitare per la categoria, a Gavirate si vive, parlando di risultati, un’altra stagione di difficoltà.
dav“Dopo la stagione 2016-2017 conclusasi con la retrocessione e il successivo ripescaggio stiamo disputando – dice Marco Di Rico, coach bianconero e responsabile del florido settore minibasket lacuale -, un altro campionato che definirei di “sofferenza serena”. Sofferenza perché, con le risorse che abbiamo a disposizione siamo consapevoli che oltre la lotta per la salvezza è impossibile andare. Serena perché, essendo tutti pienamente consapevoli dei confini in cui ci muoviamo, nessuno fa drammi, né sceneggiate se le cose prenedono una piega negativa. Gli aspetti importanti, e da tutti condivisi, sono diversi: giocare principalmente con i ragazzi “Made in Gavirate”, provare anno dopo anno ad inserire in prima squadra qualche elemento del settore giovanile – quest’anno è il turno di Conti e Gottinger che hanno già esordito con buoni riscontri – e fare sempre il passo lungo come la gamba. Da noi parole come “rimborsi spese”, “stipendi”, “contratti” sono decisamente fuori luogo, addirittura sacrileghe. A Gavirate si gioca per il gusto di farlo, per l’orgoglio di essere protagonisti a casa propria, per l’amicizia reciproca esistente tra ragazzi che sono cresciuti insieme, per il puro divertimento,  per la maglia e, anche, per la gradevole sensazione di essere una delle rarissime “mosche bianche” in una categoria in cui, ormai, sono parecchi i club a mio parere francamente fuori “target””.

Dopo essere entrato in corsa, lo scorso novembre al posto di coach Realini, cos’è cambiato?
“In quel periodo la squadra era davvero a terra, soprattutto dal punto di vista mentale e morale. Come sempre succede quando si accumulano tante sconfitte, spesso pesanti, i giocatori perdono fiducia in se stessi e nella squadra. Da parte mia, inizialmente, ho solo cercato di risollevare il livello di autostima dei ragazzi ai quali ho chiesto di alzare i livelli di agonismo, reattività, partecipazione emotiva e fisica”.

Risposte ottenute?
“Nelle ultime settimane il clima è certamente cambiato e –al di à dei risultati ottenuti, quello che più conta è che oggi la squadra abbia ripreso a lottare alla pari, e con grande voglia, contro tutti. Del resto, in ottica playout-salvezza, che realisticamente rappresentano l’unico traguardo per il quale possiamo correre, sarà importante, anzi fondamentale – conclude Di Rico -, arrivare al massimo in termini di energia, concentrazione determinazione”.

    Massimo Turconi