L’avventura delle azzurrine agli Europei di calcio femminile Under 17 in Lituania si è conclusa con un’amara, e forse troppo pesante, sconfitta per 4-0 rimediata contro l’Inghilterra. In ogni caso per le ragazze di mister Migliorini l’avventura europea è stata un’esperienza importante che difficilmente dimenticheranno. Tra loro figura anche la nostrana Sara Tamborini, attaccante classe 2001 di Sesto Calende e in forza alle Azalee di Gallarate, squadra che milita in Serie B.
“L’avventura in Lituania è stata un’esperienza fantastica – esordisce Sara -. Nel nostro percorso di due anni siamo cresciute sia a livello di squadra sia individualmente; purtroppo l’ultima fase non si è conclusa nel migliore dei modi, ma dobbiamo comunque essere orgogliose di essere arrivate tra le migliori otto d’Europa. Cosa si prova ad indossare la maglia azzurra? È difficile descrivere l’emozione perché è un qualcosa di troppo forte e unico: ogni volta che canto l’inno mi tremano le gambe, ma il fatto di essere stata scelta e di aver avuto l’opportunità di giocare con la maglia dell’Italia mi fa sentire onorata ed orgogliosa. Ricordo che quando ero piccola sognavo di arrivare in nazionale e ora posso dire che uno dei miei sogni si è avverato”.
Uno dei momenti più belli per la giovane attaccante è indubbiamente stata la doppietta realizzata nel 3-0 inferto alla Serbia nella fase Élite dell’Europeo. “Quella partita me la porterò per sempre nel cuore – conferma l’azzurrina – dopo aver segnato non capivo più niente, ero troppo felice. A parte questo, però, i momenti che mi rimarranno nel cuore sono tanti perché in questo periodo ho instaurato buoni rapporti con molte persone e ho fatto esperienze indimenticabili”.
Facendo un passo indietro anche l’avventura con le Azalee è sicuramente stata una tappa fondamentale nel processo di crescita e le 8 reti messe a segno nelle 11 presenze stagionali testimoniano il potenziale di Sara Tamborini. “Quest’anno non ho fatto molte presenze con la mia squadra a causa dei numerosi impegni con la nazionale, ma nonostante ciò allenarmi con le mie compagne e partecipare ad un campionato nazionale di Serie B mi ha fatto crescere molto a livello d’esperienza personale. Per quanto riguarda la squadra abbiamo disputato un buon campionato riuscendo a piazzarci più o meno a metà classifica nonostante i numerosi infortuni che abbiamo avuto. Progetti a breve e lungo termine? Per la prossima stagione non ho ancora progetti, mentre il mio sogno più grande è quello di arrivare in nazionale maggiore e di poter partecipare a campionati importanti”.
Ma come è nata la passione per il calcio? “Da piccola vedevo mio fratello giocare e quando andavo a seguire le sue partite mi portavo sempre dietro un pallone; quando avevo sei anni il suo allenatore chiese ai miei genitori di portarmi in prova ad un allenamento e così iniziai. Fino alla categoria esordienti ho giocato in squadre maschili e non ho mai avuto difficoltà nel giocare e nel relazionarmi con gli altri bambini; l’unica cosa di cui sentivo la mancanza era la “vita” di spogliatoio. A 13 anni è poi cominciata a tutti gli effetti la mia carriera nel calcio femminile passando alle giovanissime dell’Inter, prima di approdare alle Azalee nel 2016. Ho giocato sia in fascia che come punta e devo dire che non ho preferenze tra i due ruoli: l’importante è segnare e giocare per la squadra”.
In conclusione non poteva mancare una riflessione sul momento del calcio femminile italiano che negli ultimi anni sta crescendo sempre più soprattutto a livello di visibilità nazionale. “Il calcio femminile in questi ultimi anni si sta diffondendo sempre più in Italia – conferma Sara – ma purtroppo rispetto ad altri paesi europei e mondiali resta ancora ad un livello basso. Spero vivamente che in Italia il calcio femminile abbia sempre più visibilità e permetta alle ragazze di fare di questa passione un lavoro. Il gesto di spostare Brescia-Juventus a domenica mi ha fatto capire che le cose stanno cambiando per davvero e non si tratta solo di chiacchiere. Tutto ciò non può che farmi contenta perché significa che il calcio femminile sta effettivamente guadagnando sempre più spazio”.
Matteo Carraro