Se il campionato si giocasse solo nel girone di ritorno, Varese sarebbe da anni una delle prime delle classe. È impressionante constatare come – in ognuna delle ultime cinque stagioni – il rendimento biancorosso sia radicalmente cambiato nella seconda metà dell’anno sportivo. La speranza, in questo caso, è che si riesca a confermare buona parte del gruppo attuale – considerando la permanenza di Caja sulla panchina e le opzioni per la prossima stagione in favore della società sui contratti di alcuni giocatori – per poter provare a fare l’anno prossimo anche un girone d’andata all’altezza.

Discorsi prematuri, comunque, perché la stagione non è ancora finita: il sogno Playoff, proprio in virtù di quel girone d’andata da appena quattro vittorie in quindici incontri, è maledettamente difficile. Sono quattro i punti che dividono Varese dall’ottavo posto e, oltretutto, ci sono ben tre squadre – tra cui Reggio Emilia, che ha due partite giocate in meno – nel mezzo. Con questo rendimento, però, tutto è ancora possibile, anche se le due sconfitte consecutive contro Pistoia e Trento rischiano di risultare pesanti.

In caso di mancata qualificazione, in ogni caso, non sarebbero ovviamente quei due risultati a pesare maggiormente: sarebbe stato impensabile condurre un girone di ritorno da imbattuti, soprattutto dopo che la lunga pausa per Coppa Italia e nazionali ha leggermente smorzato gli entusiasmi delle settimane precedenti e ha permesso alle altre compagini di ricaricare le pile. Ora però non bisogna fare calcoli, c’è solo da scendere in campo senza sottovalutare un’avversaria che ha un disperato bisogno di punti per conquistare la permanenza in Serie A.

In una situazione analoga Varese – proprio a Pistoia – ha maturato la prima sconfitta di questo girone di ritorno, segno che talvolta le motivazioni delle formazionisul fondo della classifica sono sufficienti per spegnere anche le squadre più in forma. Serve una prestazione sulla falsariga delle ultime: per i due punti ci vuole sul parquet una Openjobmetis spietata, aggressiva e intensa per tutti e quaranta i minuti. La sfida non sarà prestigiosa come le ultime sei vinte da Varese – contro sei delle prime sette della classifica – ma può valere comunque tanto per questo rush finale.

È necessario comunque fare un plauso al percorso che questa squadra ha compiuto da inizio stagione ad oggi: al termine del girone d’andata, molti tifosi avevano cerchiato di rosso la data della partita con Pesaro in quanto ritenevano – e la classifica dava loro modo di pensarlo – che sarebbe stata decisiva per la salvezza. La Openjobmetis, invece, ha archiviato quella pratica con sette giornate di anticipo e si presenta a questo appuntamento con ben dieci punti di vantaggio sui marchigiani. Una circostanza impensabile solamente due mesi fa.

Questa considerazione può bastare per considerare in ogni caso come positiva – in relazione alle aspettative – la stagione di Ferrero e compagni. Perché sia memorabile e indimenticabile, però, serve un passo in più. Inutile girarci attorno, il ritorno ai Playoff – dopo cinque lunghissimi anni di assenza – renderebbe questa versione biancorossa ancora più meritevole di entrare nei preziosissimi libri di storia di Varese. Anche se, già così, questa squadra ha conquistato l’amore incondizionato del pubblico di Masnago grazie alla sua attitudine a lottare su ogni pallone.

Filippo Antonelli