Nel più iconico triello della storia del cinema (“Il buono, il brutto, il cattivo”, Sergio Leone, 1966), il primo a rimetterci le penne (in realtà anche l’unico), è “il cattivo” Lee Van Cleef, alias Sentenza. Messa così, “il cattivo” del Girone B deve proprio essere il Pontisola visto che la sconfitta dei brembani a Lumezzane ha tutta l’aria di un triello promozione derubricato a semplice duello. Con protagoniste (superfluo dirlo), Rezzato e Pro Patria. La prima capolista reale, la seconda virtuale. In grazia della gara in meno che (se onorata coi 3 punti), garantirebbe lo scavallo al vertice. Scenario sempre meno ipotetico puntellato dal successo biancoblu nel derbyno di giovedì con la Bustese. E dalla risposta dei bresciani a Levico. Ora la domanda è una sola: chi fa “il buono” e chi “il brutto”. Cioè, chi si infila sigaro e poncho e chi invece smadonna dalla picca. Nella risposta, l’esito del campionato.                  

Vuoto a vincere. “Sono vuoto. Ho dato tutto”. Come l’avesse giocata lui. La compensazione emotiva post partita è tutta nel volto (provato) e nelle parole (sommesse) di Ivan Javorcic. Ma (come sempre), la lucidità rimane stella polare della dialettica dello spalatino. “Impressionante maturità” e “Resistenza alla concentrazione”, i due slogan di giornata. Perché come Alice, anche la banalità non abita più qui.

Funky il Galli. 31 presenze e 2.176’ prima di segnare un gol. Grandi numeri più che compatibili con il ruolo di esterno. Nella crescita esponenziale di Leonardo Galli (ma analogo discorso vale anche per l’omologo di destra Cottarelli), c’è tanto del lavoro tattico di Javorcic. Con esterni ora molto più risoluti nel tagliare dentro il campo. La dedica del cremonese al papà scomparso ha poi reso ancor più struggente il battesimo tra i marcatori.

Le Noci del Verbo. Busti Gràndi e Bust Picùl mica per niente. Sottotitolo, c’è chi ha Le Noci (ieri tirato a lucido) e chi Santonocito (non particolarmente brillante). Nel derby dei gusci, Beppegol si aggiudica il confronto con un piede solo. Cioè il destro. Quello utile a chiudere il match e a spalancare gli occhi per lo stile (innato) e per l’eleganza (congenita). Dal Ciliverghe all’altro ieri, l’ex Como è entrato (come marcatore o uomo assist) in 13 delle 20 reti siglate dalla Pro Patria. Raccogliendo il testimone fin lì portato da Santana. Staffetta promozione? Dita saldamente incrociate.

Chi non si contenta rode. 2 orizzontale, 4 lettere. Rode a Cusatis dopo lo 0-2. Comincia con C e finisce con…vabbeh dai, s’è capito. Quanto a schiettezza, Giò da Portichetto mette tutti a tacere: “Mi rode il c…”. Lui ci teneva da morire. La sua squadra (a occhio e croce), un po’ meno. Buona parte della delusione (se non tutta), nasce proprio da lì.

Ma che Gazo che fa. 390’ senza incassare gol. Non ancora la più lunga striscia stagionale che rimane quella tra la 2^ e la 7^ (423’). Peraltro interrotta dall’autorete di Colombo a Dro. Inviolabilità della porta figlia di una fase difensiva svolta da tutta la squadra. A partire da punte e centrocampisti. L’altro giorno al “Battaglia” la doppia fase ha visto insolito protagonista Francesco Gazo. Tosto dietro (e non è una sorpresa), e decisivo davanti (meno plausibile), con l’assist del vantaggio. Peccato per quel giallo che gli costerà il match dell’8 aprile con la Pergolettese.

Storie lese. Quattro vittorie consecutive per la seconda volta in stagione. A 5 (ovviamente), non si è mai arrivati. Ma la sconfitta del Pontisola ha aggiunto un ulteriore elemento al comparto statistico. Vincendo le ultime 5, la Pro Patria sarebbe certamente in Serie C. La somma farebbe però 9. Traguardo mai raggiunto nella storia tigrotta. L’attuale record è infatti fissato a quota 8. Dalla 9^ alla 16^ la stagione passata e nel 1940/41 sempre dalla 9^ alla 16^. Quando si dice il destino. Insomma, nella storia con la storia. Un gioco di parole. Ma fino ad un certo punto.

busto arsizio pro patria scanzorosciate tifosiFuori orario. Ce l’abbiamo noi, ce l’abbiamo noi, Patrizia Testa ce l’abbiamo noi. Davvero unica nel suo genere, la presidentessa biancoblu ha seguito in mezzo agli ultras il match con la Bustese. Non è la prima volta e non sarà neppure l’ultima. Sintomo di una passione impossibile da circoscrivere in tribuna. Tra l’altro, la posizione strategica ha anche fatto da stopper al lancio di fumogeni. Evitando la multa conseguente. Tutto bene? Ehm, quasi. Perché quando la curva ha riproposto lo striscione: “A quest’ora si lavora!”, una domanda è nata spontanea. Ma non è stata la Pro Patria a voler giocare alle 15?

Ti Pergo non andare via. Unica squadra a battere in stagione sia il Rezzato che la Pro Patria? La Pergolettese prossimo avversario biancoblu. Bresciani invece impegnati nel derby di prossimità con il Ciliverghe. Ruota a ruota destinato a durare sino alla bandiera a scacchi.

Giovanni Castiglioni