Uno come il Gallo Belotti in Serie C non si trova. Considerazione banalissima utile unicamente a confortare l’ottimismo post partita di Javorcic. Perché con 2 categorie e 10 giorni di preparazione di differenza era complicato pensare di archiviare il test con il Torino con qualcosa di diverso dai 4 papaveri rimediati sabato a Bormio. Ma il pomeriggio in Alta Valtellina ha detto più di quanto (forse) era stato messo in preventivo.

Te la do io la seconda squadra. Nella stagione del varo delle squadre B, la Pro Patria si è subito attrezzata. Ventidue giocatori più o meno fungibili, due piani strategici differenti, due tempi interpretati come partite a sé stante, due sistemi di gioco alternati per testarne l’efficacia. Segnali di un laboratorio tattico jazz in cui le variazioni sul tema arricchiscono il progetto base.

Ci vuole un fisico bestiale. Visti da vicino fanno ancora più impressione. Le differenze tecniche tra Serie A e Serie C sono evidenti. Quelle fisiche, forse, anche di più. Soprattutto sulla mediana dove i muscolari di Mazzarri (Rincon e Meite nel primo tempo, Acquah nel secondo), hanno messo alla frusta i più agili centrocampisti tigrotti. Come farsi due ore di palestra. O qualcosa del genere.

Iago puntura. A Iago Falque non far sapere quanto è dura firmare gli autografi tutte le sere. Informato dell’assembramento di almeno 200 tifosi granata all’uscita dagli spogliatoi, il galiziano ha estratto dal repertorio un’ulteriore finta rispetto alle tante esibite sul campo. Camel Trophy improvvisato per i prati (fradici) del circondario e bagno di folla evitato. Con buona pace dei cacciatori di selfie granata.

Ansaldi e ribassi. Per uno spagnolo che se la dà, un argentino che si concede. Fresco reduce dallo psicodramma mondiale con l’Albiceleste, Cristian Ansaldi ha trascorso tutta la ripresa a palleggiare a bordo campo con un paio di ragazzini. Visibilmente raggianti, a dispetto della burrasca meteorologica. E’ anche da questi particolari che si giudica un giocatore.

In punta di mercato. Nonostante una campagna acquisti già (quasi) completata, il tema del quinto attaccante è sempre d’attualità. Turotti è costantemente sul pezzo come ha confermato lo stesso Javorcic: “Dobbiamo capire se può servire una punta con caratteristiche diverse rispetto a quelle di cui già disponiamo”. Messaggio chiaro, che non necessita di ulteriori note a margine. Ergo, un attaccante arriverà. Ma senza fretta.

A che Pro? Ci risiamo. Anche a Bormio è andato in scena l’ormai tradizionale scambio di Pro con il dj della Fanzone granata che ha preso lucciole per lanterne. Cioè, Pro Vercelli per Pro Patria. Scambio di generalità prontamente stoppato da un gruppo di tifosi biancoblu intervenuti a difesa dell’onore tigrotto.

United colors of Pro Patria. Verde speranza? Sì, quella di rivederlo il meno possibile. Pur impreziosito dallo Scudetto, il battesimo della terza maglia non è stato un successo. Nessuno scandalo. Anche se quel neroverde ha ricordato quello storico del Venezia. Le esigenze cromatiche non sono chiaramente più quelle di una volta. Ma il canonico biancoblu è tutta un’altra cosa.

Holly e Benji alla valtellinese. Complice la tribuna stampa allestita sotto un (grondante) tendone alle spalle di una porta, assistere a Torino-Pro Patria ha riportato alla mente memorie giovanili. Quelle di Holly e Benji impegnati su campi a perdita d’occhio di cui non si vedeva mai la fine. Come dire, giudizio sospeso. In compenso, una provvidenziale ruspa ha provveduto a rizollare parte del terreno durante l’intervallo. Mai visto prima.

Giovanni Castiglioni