Cinque sconfitte consecutive per la Openjobmetis, che sta stringendo i denti in attesa del sostituto di Waller e sta provando a ritrovare quell’identità difensiva che aveva caratterizzato la squadra nella prima metà del girone d’andata. L’avversaria – la Reyer Venezia campione d’Italia, pur priva di Orelik e forse di Peric – è di quelle che fanno paura. Coach Attilio Caja ha presentato così la partita che attende Varese:

«Non è stata una settimana facile perché abbiamo avuto qualche difficoltà in allenamento: martedì eravamo in nove, poi mercoledì s’è fatto male Avramovic. Bisogna però fare i complimenti per questa squadra perché anche davanti a continue difficoltà e problematiche va avanti con grande volontà, senza fare passi indietro. I giocatori meritano un elogio pubblico da parte mia e mi auguro che riescano ad ottenere le soddisfazioni per cui si stanno impegnando».

«Emotivamente – ha proseguito il coach – le sconfitte non ti aiutano, ma comunque i giocatori non fanno mai un passo indietro e questo mi fa piacere. Ho fiducia e speranza che questo atteggiamento possa portare anche dei risultati. Il pubblico della domenica può lasciarsi andare a certi giudizi, ma se li vedi in settimana sono ragazzi che meritano solo complimenti per l’atteggiamento e l’impegno».

Il momento della Openjobmetis, però, è negativo: «Io penso che la squadra in realtà stia facendo passi avanti: a questo punto della stagione si possono vedere le gare del girone d’andata per fare un confronto e io trovo che questa squadra sia diversa, in positivo, rispetto a com’era all’inizio. Quella con Torino è stata forse – ha aggiunto Caja – la nostra miglior partita offensiva e questo sta a testimoniare che c’è anche concretezza e qualità in quello che la squadra fa».

Domenica l’avversaria è Venezia, campione d’Italia e seconda in classifica: «Bisogna saper resistere: se non ti abbatti, prima o poi la fortuna gira. Bisogna essere pronti ad approfittarne quando è il momento. Abbiamo consapevolezza del valore dei nostri avversari, reduci per altro da una vittoria a Milano. Sarà un piacere riabbracciare Dominique Johnson, il rapporto che ho con lui è molto bello e ci tengo sempre a ringraziarlo per l’aiuto che ci ha dato l’anno scorso».

«Venezia – ha continuato l’allenatore – di grandi giocatori ne ha tanti, altrimenti non avrebbe vinto lo Scudetto e non sarebbe tutt’ora in una posizione di vertice in classifica. Servirà da parte nostra una partita difensivamente attenta: che sia uomo o zona, bisogna avere un impatto fisico e occorre difendere di squadra. L’obiettivo di questa seconda parte del campionato è anche quella di giocare al meglio possesso dopo possesso, riducendo i nostri errori soprattutto nella metà campo difensiva».

Varese ha concesso quasi 87 punti di media nelle ultime cinque partite, con 55 triple subite. C’è un problema strutturale? «A volte stai giocando una partita, gli avversari segnano sempre da tre, tu ti metti a zona e loro sbagliano, per usare un paradosso. Io penso che nel tiro da tre – ha risposto il coach – ci sia molto di più una bravura offensiva che una negligenza difensiva. Però il basket è una coperta corta: ogni tanto sei obbligato a fare scelte perché, ad esempio, se fisicamente sei inferiore devi proteggere di più il canestro. A volte infine entrano in gioco gli episodi, si pensi alla tripla di Gentile contro Pelle».

«Le partite preferisco analizzarle nel complesso, facendo una somma di produzione interna ed esterna. Se c’è un mismatch – ha spiegato Caja – in ogni ruolo bisogna proteggersi, c’è da scegliere cosa preferire. Non è detto che tutte le squadre, trovandosi in libertà da tre, segnino sempre. È più difficile sbagliare un terzo tempo che una tripla. Domenica ci saranno ancora scelte da fare in merito perché Cain su Watt è un mismatch, così come Ferrero su Peric».

Caja ha poi commentato anche le condizioni di Siim-Sander Vene, arrivato a Masnago due settimane fa: «Se uno è fermo da mesi, bisogna considerare una settimana per ogni mese per poter avere un pieno recupero all’attività fisica. È un ragazzo molto serio, ho apprezzato in questi quindici giorni le sue qualità personali e tecniche. Si è inserito bene negli aspetti tattici, però è fisiologico che abbia bisogno dei suoi tempi. È positivo che in allenamento non si sia mai fermato, sta facendo il suo percorso».

Filippo Antonelli