Da quattro trasferte a questa parte, la versione esterna della Openjobmetis sembra lontanissima da quella coraggiosa che aveva spaventato Milano e Avellino. A Cremona – così come nelle precedenti tre gare lontano da Masnago – i biancorossi si sono persi in un bicchier d’acqua, permettendo all’avversaria (in alcuni casi a più riprese) di creare un parziale sufficiente per scappare via e chiudere in anticipo i conti.

A Reggio Emilia era successo nel secondo tempo, questa volta – come a Pesaro e a Brindisi – subito nelle battute iniziali della gara. E, a differenza delle due trasferte appena citate, a Cremona non c’è stata neanche quella reazione d’orgoglio che a Pesaro e a Brindisi aveva ugualmente portato la Openjobmetis a pochi passi dalla vittoria. L’unico parziale varesino degno di nota è arrivato nella seconda metà del terzo quarto, ma Cremona è riuscita subito a riallungare.

Neanche la difesa sembra più essere quel baluardo a cui Varese può aggrapparsi per non sprofondare, considerando che in sei degli ultimi otto quarti disputati nei regolamentari (nelle partite contro Brindisi e Cremona) i biancorossi hanno concesso all’avversaria almeno 20 punti segnati, dato che può essere arricchito (in negativo) con l’alto numero di punti (13) realizzati da Brindisi settimana scorsa in cinque minuti di supplementare.

La Openjobmetis ha proposto per buona parte della gara di ieri una zona insicura, che è risultata – come a Reggio – facile da fronteggiare per gli avversari. In passato questa soluzione si era rivelata per Caja vincente contro squadre che facevano largo uso del tiro da tre (ricordate le trasferte di Sassari e Pistoia nella stagione 2014/2015?), ma quest’anno non sta pagando i suoi dividendi. A Reggio è stata decisiva in negativo, ieri quantomeno non ha fatto perdere ritmo ad una squadra in grado di punirla anche dentro l’area.

È difficile, dopo l’ennesima gara esterna in cui Varese è parsa andare pesantemente sotto nel punteggio con relativa facilità, trovare qualche nota lieta. Di sicuro non Stan Okoye e Cameron Wells, i migliori in campo a Brindisi: 0/8 al tiro per il primo e 10 punti e 3 assist in 30 minuti per il secondo, che al di là delle cifre è sembrato poco incisivo in tutte le fasi della gara.

Era partito fortissimo Tyler Cain, che aveva battagliato con gran profitto contro Henry Sims segnando 8 punti nei primi 6 minuti; non è un caso che il primo parziale cremonese sia coinciso con la sua uscita dal campo, poiché da quel momento in poi la Openjobmetis ha smesso di trovare soluzioni vincenti. Ha continuato la sua crescita anche Aleksa Avramovic, che si è distinto per un paio di recuperi di energia e più in generale per una maggiore concretezza in fase offensiva.

Non ci si può poi lamentare del nuovo arrivato: Siim-Sander Vene ha carburato nel secondo tempo e il suo momento migliore (5 punti segnati in rapida successione) – prima di tornare in panchina – aveva permesso alla Openjobmetis di ritornare fino al -3 in quello che è stato probabilmente il parziale più consistente piazzato dai biancorossi. L’arrivo dell’estone ha certificato l’uscita dalla squadra di Damian Hollis, che non era neanche tra i dodici a referto.

Insomma, dopo lo schiaffone di Brindisi (tra l’altro vincente ieri sul campo di Reggio; dietro a Varese in classifica c’è ora solo Pesaro), non è arrivata la reazione che ci si poteva aspettare. Anzi, la Openjobmetis sembra aver fatto addirittura un passo indietro. Urge a questo punto trovare al più presto il sostituto di Waller, anche perché le prossime cinque partite di campionato sono molto complicate sulla carta e questo periodo potrebbe dunque rivelarsi decisivo per le sorti della stagione.

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Filippo Antonelli