Metà squadra reduce dallo scorso anno, investimenti mirati su elementi che conoscevano già il nostro campionato e una mentalità ormai consolidata e riconoscibile: era chiaro che, con queste caratteristiche, Varese non avrebbe avuto bisogno di troppo tempo per preparare al meglio la nuova stagione e per presentarsi al via con un assetto già di livello.

Non era così facile, tuttavia, aspettarsi che i biancorossi – reduci da un precampionato positivo, ma con prestazioni offensive non sempre brillanti – riuscissero a giocare così bene già all’esordio, dando l’impressione di avere già affinato meccanismi che sulla carta avrebbero anche potuto richiedere tempi più lunghi. I ragazzi di Caja si cercano e si trovano (21 assist su 27 canestri dal campo), si conoscono – viene da aggiungere – di già alla perfezione.

La vittoria su Brescia ha avuto tante tematiche che hanno concorso a renderla ancora più gradita ai tifosi biancorossi: la rivincita dopo gli scorsi Playoff, il successo all’esordio in campionato, il canestro decisivo nel finale, la capacità di ottenere due punti contro un’avversaria – sulla carta – più quotata. Più di tutto, però, è stata la superiorità nel gioco di squadra a colpire spettatori e appassionati: la Openjobmetis ha meritato la vittoria perché ha giocato meglio della Germani.

Brescia, di fatto, si è tenuta a galla – e, anzi, ha anche allungato in alcuni frangenti della gara – solamente appoggiandosi al talento di alcuni suoi singoli (Hamilton e Allen su tutti), dimostrando in realtà di avere ancora tanta strada da fare per raggiungere i livelli di gioco dello scorso anno. Varese, invece, ha mostrato una aggressività, una sicurezza e una fluidità degne della squadra che ha dominato lo scorso girone di ritorno.

Tutti elementi che fanno ben sperare anche in vista della trasferta di Sassari (domenica 14 ottobre, ore 12.00): anche la Dinamo, come la Germani, si sta ancora costruendo, poiché i cambi nel roster sono stati parecchi e per di più è arrivato un nuovo allenatore. È anche vero, di contro, che il PalaSerradimigni è stato spesso un campo stregato per Varese in questi anni: dal ritorno in A, Varese ha vinto due sole volte a Sassari (entrambe con Caja in panchina: nel 2015 e nel 2018) su otto sfide.

Se c’è un momento buono – e se le indicazioni del primo turno risultano valide – per provare ad approfittare di questo incrocio, ad ogni modo, è probabilmente questo: Varese appare maggiormente collaudata, non ha ancora iniziato la FIBA Europe Cup (a differenza di Sassari, che ha disputato il turno preliminare) e arriva alla sfida sull’onda dell’entusiasmo della vittoria al cardiopalma all’esordio. Sassari resta comunque favorita, ma l’impressione è che questa Varese possa sperare concretamente nel colpaccio.

Filippo Antonelli