Chi l’avrebbe mai detto, verrebbe da chiedersi. Non tanto in relazione a questa singola partita, comunque vissuta con ottimismo ed entusiasmo dai quasi 200 varesini presenti al PalaDozza, ma in relazione all’intero girone di ritorno della Openjobmetis e alla possibilità di pronunciare la parola Playoff dopo tutti questi anni. L’impresa non è ancora compiuta, ma manca pochissimo e a questo punto le percentuali – e la classifica – sono decisamente a favore della squadra di Caja.

Partiamo da un dato statistico impressionante: Varese, in questo momento, ha quattordici vittorie a fronte di tredici sconfitte. Un record superiore al 50%, per calcolare all’americana. L’ultima volta che Varese si è trovata in una situazione simile era la stagione 2014/2015 e, soprattutto, era solo la terza giornata: la sconfitta casalinga contro Reggio mantenne comunque Varese sul 2-1. Nel girone di ritorno non capitava dalla stagione degli Indimenticabili, che chiusero con un record positivo di 23-7.

Dalla stagione 2012/2013 in poi, infatti, i biancorossi non erano mai riusciti ad avere un saldo positivo tra vittorie e sconfitte per più di cinque giornate (stagione 2013/2014, 3-2 dopo cinque turni). Di fatto, anche non considerando il fatto che al termine di questo girone d’andata la Openjobmetis era all’ultimo posto in classifica con quattro vittorie e undici sconfitte, questo 14-13 potrebbe essere considerato un risultato storico di per sé.

Venendo alla partita di ieri, Varese per la seconda volta è stata cinica e ha saputo approfittare della fortuna – non è una colpa – di affrontare una squadra corta e senza il miglior giocatore: capiterà anche settimana prossima, quando a Masnago arriverà la Happy Casa Brindisi priva del leader Nic Moore. In questi casi, bisogna avere la maturità e la lucidità di non scoraggiarsi, bisogna saper rimanere attaccati nel punteggio e poi provare a piazzare la zampata quando agli avversari vengono a mancare le energie.

Così ha fatto la Openjobmetis nelle ultime due giornate, resistendo alla grinta di Reggio nel terzo quarto e della Virtus nel primo tempo. Poi ormai il quarto periodo è zona Varese e i ragazzi di Caja, in generale, sanno distinguersi per le giocate decisive al momento giusto. Spesso è toccato ad Okoye, quasi sempre c’è di mezzo Avramovic, questa volta è stato soprattutto il turno di Larson, autore di 9 punti consecutivi nel momento più difficile per Varese.

È ridondante e anche scontato affermare che la Openjobmetis è ormai una squadra a tutto tondo, con tutti gli elementi che sanno prendersi le responsabilità e sanno essere decisivi. I tifosi biancorossi si lustrano gli occhi dinanzi a una formazione che ha saputo stupire e conquistare tutti a suon di vittorie e di prestazioni mostruose. Varese ha il cinismo e la difesa di una grande squadra e, adesso che manca così poco al raggiungimento di un traguardo incredibile, sarebbe un peccato rallentare.
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Filippo Antonelli