Lo strano destino di due bomber, Carmine Marrazzo e Matteo Scapini, e quella coppia d’attacco che avrebbe potuto essere, in biancoroso, ma che non è stata. E allora i due continuano a rincorrersi viaggiando su binari paralleli ma senza incrociarsi.
Marrazzo è arrivato al Varese due stagioni fa, l’anno della rinascita, l’anno trionfale dell’Eccellenza (2015/2016). Trentatre gol in 28 partite il suo bottino in maglia biancorossa, poi, al termine della stagione, il doloroso commiato e il successivo passaggio al Crema per andare a vincere un altro campionato d’Eccellenza.
Matteo Scapini è arrivato a Varese la scorsa stagione, proprio per sostituire Marrazzo, con i biancorossi in Serie D. Una stagione di alti e bassi condita da 12 gol in 26 partite; poi anche lui ha salutato al termine della stagione passando al Ciserano.

In questa stagione le cose non sono andate come dovevano per i due bomber, per diversi motivi, ed ecco così il cambio di casacca: Marrazzo dal Crema è passato al Breno (Eccellenza) e Scapini dal Ciserano al Crema, proprio a sostituire Marrazzo.

Scapini Marrazzo“Non credo in uno strano destino – ci confida Marrazzo – solo coincidenze. Il Varese Calcio e anche Varese mi sono rimaste nel cuore. Penso sia stato il mio miglior anno a livello calcistico, una stagione perfetta che solo a pochi può capitare in carriera. Ancora oggi mi vengono i brividi a pensare allo stadio, ai tifosi, ai compagni di squadra e ai tanti amici che porto ancora con me. Fa male vedere come stanno andando le cose ora, è una piazza che merita il professionismo e sono convinto che prima poi torneranno nel calcio che conta”.

“Una stagione sfortuna la mia – ci racconta Scapini – proprio come quella del Varese, mi sembra di intuire. Sono reduce da un lungo infortunio e, dopo aver rescisso col Ciserano, sono arrivato a Crema da pochi giorni dove ho trovato un grande ambiente. Ho sentito parlare di Marrazzo qui, come ne avevo sentito parlare a Varese la scorsa stagione, ma non ci rincorriamo… (ride ndr). Spero che a Varese le cose si sistemino, non sta a me dire come mai le cose non sono andate bene, anche se un’idea me la sono fatta… Devo ancora chiudere i conti con la dirigenza anche se non ho ancora fatto vertenza, posso dirti che tutto questo, senza voler fare il moralista, passa in secondo piano rispetto alla sopravvivenza del club. Il pubblico non mi ha voluto sempre bene, ma lo ricordo con affetto e senza ombra di dubbio sono certo che merita di stare più su, molto più su”.

Michele Marocco