Quarant’anni compiuti poco più di un mese fa di cui ben 34 passati con i pattini ai piedi. Chi è? È Salvatore Sorrenti, il secondo giocatore più esperto dei Bandits Varese dopo il grande amico e compagno di tante battaglie Giancarlo Merzario. «Quella che sta per concludersi è la mia trentaquattresima stagione di hockey, ma non sarà l’ultima – spiega Sasà -. Mi piacerebbe giocare per un altro anno e spero di riuscire a farlo a Varese. Sono nato Mastino e vorrei chiudere la mia lunga carriera proprio qui dove l’ho iniziata da bambino».

Per lui c’è sempre stato il giallonero, ma non ha rinunciato ad affacciarsi ad altre realtà: ha calcato infatti il ghiaccio di Como in A2, quello di Bressanone, di Brunico per due anni e mezzo e infine di Torino prima di far ritorno nella sua Varese. «Poco più che ragazzino, a Como ho avuto la fortuna di avere come compagni di squadra fior fiori di giocatori importanti, a Brunico abbiamo stabilito il record di vittorie in A2 ma poi abbiamo perso la finale promozione, mentre a Varese ho ricordi bellissimi del successo del campionato di Serie B insieme a Merzario, di aver fatto parte del gruppo di Tony Martino e di aver giocato con Jason Chimera. L’ultimo anno di Serie A (2005), poi, è stato fondamentale per far maturare alcuni giovani che tuttora sono parte di questa squadra: coach Malfatti è stato bravissimo a far crescere e a lanciare, ad esempio, Privitera, Andreoni e Di Vincenzo».

A Sorrenti l’esperienza non manca di certo e nemmeno la lucidità per tirare le somme della prima annata dei Bandits Varese: «La fusione ha portato a qualcosa di nuovo, a qualcosa che mancava e che ci voleva. Ora si deve portare avanti il progetto e coinvolgere altri giovani, proprio come ha fatto Malfatti nel 2005. Il settore giovanile dei Mastini è molto buono e, in particolare, ci sono due diciassettenni che stanno crescendo bene. Dobbiamo dare loro il tempo e lo spazio per completare il percorso ed entrare a far parte della prima squadra». Lui e Merzario possono accompagnarli e far loro un po’ da chioccia: «In spogliatoio siamo rispettati e tenuti in considerazione anche perché siamo ormai gli unici che abbiamo vissuto un hockey che a Varese non c’è più ma che speriamo un giorno possa tornare. A me l’hockey ha dato molto e ha formato come persona e come uomo, ho incontrato in questo mondo i miei amici più cari, ho imparato ad essere positivo nelle varie situazioni della vita e alcuni allenatori sono stati per me come un padre».

Nella sua carriera, Sorrenti ha vinto due scudetti nel roller hockey a Gallarate e un tricolore, una Coppa Italia e una Supercoppa Italiana con la Edera Trieste, ma il suo amore più grande rimane il ghiaccio: «Non c’è paragone e sono contento di essere riuscito anche quest’anno a dare il mio contributo alla squadra». Con la sfida contro Ora calerà il sipario sulla stagione varesina che Sasà definisce «di transito. Abbiamo disputato una prima fase buona, ma nel Relegation Round la nostra crescita si è un po’ fermata. La battuta d’arresto contro Alleghe in casa e anche la vittoria arrivata soltanto ai rigori contro Chiavenna ci hanno penalizzato nel cammino verso i playoff. Sono felice a metà, ma dobbiamo fare autocritica per qualche partita buttata via. Coach Cacciatore ha portato entusiasmo e novità che mancavano da anni; ora bisogna farlo lavorare ancora con tranquillità».

Laura Paganini