Cresciuto nel settore giovanile del Monza, sbocciato all’Inveruno e maturato alla Pro Sesto, il ventenne Edoardo Leotta a dicembre è arrivato alla Varesina per dare il suo contributo alla causa. Nella sua vita però non esiste solo il calcio, vive e lavora a Milano, nel settore sanitario, e fa avanti e indietro tutti i giorni.

Cosa ci racconti della tua carriera?
«Gli anni al Monza sono stati fondamentali anche perché ho respirato l’ambiente della prima squadra allenandomi con mister Pea. Conservo un ricordo bellissimo della stagione a Inveruno, condita da 6 gol, i più belli quelli piazzati al Lecco in un difficile momento della squadra. Una doppietta che ci ha permesso di vincere 4-1. Nella stagione alla Pro Sesto con Delpiano ho collezionato una trentina di presenze, poi sono passato al Legnano che non è stato ripescato in D, categoria che ho ritrovato grazie alla Varesina».

Che ambiente hai trovato?
«Mi sto trovando molto bene, con mister Marzio ho giocato spezzoni di gara con Como e Varese, con Bettinelli sono entrato col Castellazzo e ho giocato due settimane fa col Chieri. Non ho smesso di allenarmi bene e di sacrificarmi, ho un ottimo rapporto col mister. Non sono uno scontroso o che fa polemica se non gioca. So stare al mio posto e dare il mio contributo quando serve. Tutti vogliono giocare, è normale, ma la squadra è sempre più importante dell’io. Non sono uno che si abbatte se non gioca; bisogna dimostrare quando arriva il tuo momento».

Sei un laterale di spinta molto duttile..
«Ho ricoperto tanti ruoli, terzino, mezzala, esterno di centrocampo. Sono stato utilizzato anche come quinto nel 3-5-2. Mi so adattare abbastanza bene».

La squadra è reduce da tre sconfitte e non scende in campo da due settimane…
«Per il nostro cammino saranno decisivi i prossimi giorni. Domenica affrontiamo lo scontro diretto col Casale e si sfidano anche Pavia e Varese, Arconatese e Seregno; noi ovviamente dobbiamo pensare alla nostra. Il Casale sta bene anche mentalmente».

Come sta invece la Varesina?
«Siamo in un momento non felicissimo, ma fisicamente stiamo bene e stiamo facendo gruppo. Crediamo alla salvezza diretta e a fare di ogni partita una battaglia. Il mister è bravo a curare i dettagli e crede molto nel gruppo. È vero che veniamo da tre sconfitte, ma sono arrivate tutte negli ultimi minuti per delle disattenzioni dopo prestazioni buone».

Parliamo di te, hai un giocatore-modello?
«Mi piace molto Messi e ammiro Totti per la carriera che ha fatto».

Quali sono i tuoi sogni?
«Da piccolo, un po’ come tutti, speravo di diventare un calciatore. Crescendo appoggi i piedi per terra e adesso mi divido tra il pallone e il lavoro e riesco a conciliare le due cose abbastanza bene. Preferisco concentrarmi sul presente pensando solo al gruppo, al fare risultato e alla salvezza della squadra».

Elisa Cascioli