Magari domenica il Lecco ribalta il pronostico e ci ricaccia nella tastiera tutti i cattivi pensieri. E magari (invece), tutto va secondo copione e il Rezzato si ritrova a 90’ (pleonastici con la Romanese), dalla promozione in Serie C. Sempre dando per scontato quello (evidentemente) scontato non è. Cioè battere il Levico allo “Speroni”. In ogni caso, comunque vada (e con ogni probabilità), il campionato potrebbe decidersi per un punto. Quindi, per dei dettagli. Quelli che (ad oggi), condannano la Pro Patria ad un secondo posto che ognuno può definire come meglio crede: meritato, ingiusto, beffardo, inevitabile…e via così. I vocabolari li hanno inventati apposta per questo. Ma al di là delle etichette, la seconda moneta in questione ha ricevuto ieri conferma dallo 0-0 di Trento che (come e più dell’1-1 di 7 giorni prima con la Pergolettese), si scrive pareggio ma si legge occasione gettata. Versione eufemistica per mettere la didascalia ad una gara giocata per mezzora con l’uomo in più e per un quarto d’ora (recupero compreso), con la doppia superiorità numerica. Al diavolo tattica e scelta degli uomini (aspetti che al “Briamasco” hanno spostato poco), il match andava vinto sui nervi. Distesi (sia chiaro), ma sui nervi.

E invece la giusta tensione emotiva si è letta solo nei padroni di casa, impegnati in una volata salvezza che dovrebbe comportare la stessa intensità nervosa della lotta per il primato. Chiaramente solo nelle intenzioni, ma non nella realtà dei fatti. Perché biancoblu così scarichi nel giorno del giudizio? Una risposta univoca non c’è. O (almeno), noi non l’abbiamo. Stando alle supposizioni, le energie mentali non ci sono più (o non ce ne sono abbastanza), perché ne sono state spese troppe prima. In uno scorcio finale di stagione in cui si è segnato pochissimo (12 reti nelle ultime 12 partite, solo con Ciserano e Bustese più di una), e in cui si sono stradominate gare poi vinte di misura (Scanzorosciate su tutte), o addirittura perse (Rezzato e Pontisola). Si fa presto a dire che ciò che non uccide rende più forti. La sensazione poi è un’altra. Riccardo Colombo ieri nel post partita ha sdoganato l’ipotesi. Della serie, se non è proprio così, ci siamo andati vicino.

Archiviata la quartultima (a proposito, in Trentino 3 pareggi e una rete segnata dove il Rezzato ha fatto 3 vittorie e 10 gol), non resta che affidarsi al proprio e (come detto) a quello del Lecco. Ivan Javorcic professa fiducia. E ci mancherebbe. Noi un po’ meno. Ma vorremmo tanto sbagliarci. Sia come sia, il destino tigrotto è appeso ai blucelesti. Ironia della sorte. Sperando ci sia qualcosa di cui sorridere.

Giovanni Castiglioni
(foto da Facebook AC Trento SCSD)