La lunga sosta è terminata, la Openjobmetis ha lavorato già settimana scorsa – con l’intermezzo dell’amichevole con Legnano – ed è tornata a pieno ritmo dall’inizio di questa settimana con l’inserimento definitivo di Mario Delas e il ritorno dalla nazionale di Aleksa Avramovic, reduce da un esordio con la Serbia da 13 punti in 17 minuti, tripla della vittoria compresa.

La prossima avversaria di campionato (domenica 4 marzo, ore 18.15) è una The Flexx Pistoia alla disperata ricerca di punti. L’allenatore biancorosso Attilio Caja, nella consueta conferenza stampa del venerdì, ha incominciato facendo il punto della situazione:

«Riprendiamo il nostro campionato dopo un po’ di tempo, c’è subito una partita impegnativa: le loro dichiarazioni ci confermano la difficoltà della gara perché sono molto carichi. Oltretutto si tratta di una squadra che ha sempre fatto, negli ultimi anni, ottimi risultati in casa. Al PalaCarrara provano a giocare in modo dinamico, sul contropiede e sulle palle rubate: preferiscono giocare su tanti possessi».

«Moore – ha proseguito il coach – è un giocatore importante per questo stile di gioco: può segnare lui e sa dare un grande ritmo alla squadra. I lunghi sono bravi a correre il campo, si pensi a Ivanov, Bond e Gaspardo: hanno una mole notevole, ma sanno essere aggressivi in situazioni di transizione offensiva per cercare di concludere nei primi secondi della azione. Dobbiamo stare molto attenti a questo, con una difesa di squadra in grado di ostacolarli».

Caja ha poi dedicato qualche parola ad uno degli ex di turno, Yakhouba Diawara: «Ha buona taglia, prova a giocare subito vicino al canestro e si muove benissimo senza palla: nel poco tempo che abbiamo passato assieme qua a Varese, ho avuto modo di apprezzarlo per queste qualità e mi sono trovato molto bene con lui».

Pistoia non è però solo contropiede, perché a metà campo ha un’arma speciale: «Quando poi i ritmi si fermano ci sono sì Moore e Ivanov, ma soprattutto c’è Tyrus McGee: campione d’Italia l’anno scorso con Venezia ma non solo, perché anche due anni fa a Cremona – ha continuato il coach – fu assoluto protagonista. È molto pericoloso, attacca sempre, ha grande tiro e sa fare male in uno contro uno. Non si può annullarlo, possiamo solo provare a contenerlo. Non nego che in estate abbiamo provato a prenderlo, ma abbiamo dovuto cercare un’altra strada e non per scelta nostra».

Il coach ci ha tenuto poi a sottolineare il valore dei giocatori italiani di Pistoia: «Ho allenato Gaspardo nella sperimentale, ho apprezzato molto i suoi miglioramenti: è sempre cresciuto, è andato anche oltre le mie aspettative, è arrivato in nazionale maggiore e gli voglio fare i complimenti. È un giocatore dinamico, con atletismo e tiro da tre punti. Anche Mian faceva parte della sperimentale, è da anni che conferma di poter tenere la categoria con il suo tiro pericolosissimo. Magro, infine, è uno dei lunghi più solidi nel panorama italiano: non ha talento eccelso, ma fa sempre la sua parte».

Presentate le caratteristiche degli avversari, è stato il momento di spiegare il piano partita di Varese: «Noi dobbiamo cercare di pareggiare la loro energia e aggressività: questi aspetti sono cruciali per il loro gioco, sono anche primi per rimbalzi offensivi. Un dato che testimonia la loro grande energia. Hanno caratteristiche che per certi versi sono simili alle nostre sotto questi aspetti. La difesa di squadra a metà campo, giocando sulle caratteristiche dei loro migliori giocatori, è fondamentale».

«Anche in attacco – ha affermato Caja – dobbiamo continuare a condividere le responsabilità perché non abbiamo elementi che possano risolvere i problemi da soli, ma tutti devono portare il proprio contributo. Abbiamo dimostrato, prima durante l’infortunio di Waller e poi con il problema occorso a Wells, di saper far fronte alle assenze. Questa volta mancherà Ferrero, ma dovremo farci trovare pronti. Lo stop è stato anomalo per tutti, tre settimane sono lunghissime. Le riprese sono sempre un punto di domanda, se potessi prevedernee le conseguenze farei un altro mestiere».

Settimana scorsa è arrivata la notizia della conferma di coach Caja fino al 2020: «Io sono molto contento di questo rinnovo, ma guardo al momento solo alla prossima partita e poi comunque di mese in mese. All’anno prossimo ci penserò solo da fine stagione. Comunque è un segnale di grande fiducia nei miei confronti: vuol dire che la società vuole programmare e vuole farlo con me, di questo sono orgoglioso. Abbiamo preso giocatori che possono fare cose buone assieme, speriamo che diversi di loro possano rimanere».

La Openjobmetis, rispetto all’inizio del 2018, sembra un’altra squadra, ma non per questo può pensare di aver già raggiunto i suoi obiettivi: «All’inizio del girone di ritorno andavo a vedere il calendario e faceva paura. Poi guardavo dopo la pausa e faceva altrettanto paura perché noi abbiamo comunque ancora partite molto difficili davanti a noi. Grazie all’eccellente lavoro dei ragazzi arriviamo a questo momento con un buon fieno in cascina, ma il percorso – ha chiarito il coach – è ancora da finire: siamo meglio di un mese e mezzo fa, ma dobbiamo ancora fare parecchia strada. Distarsi porterebbe a brutte sorprese».

La buona notizia in casa biancorossa è che c’è la sensazione che la squadra, pur essendo composta dallo stesso numero di giocatori di inizio anno, sia più lunga e completa rispetto a prima: «È una percezione corretta. Mi fido molto – ha risposto Caja – di Tambone e di Natali, ad esempio. Nicola ha fatto un percorso importante, anche giovedì scorso contro Legnano ha fatto una partita di grande livello. C’è una crescita generale dei singoli: anche Ferrero è cresciuto, poi Vene e Larson stanno migliorando di settimana in settimana e stanno mettendo minuti nelle gambe. C’è da dare il merito ai giocatori per come hanno lavorato e per l’approccio che hanno avuto perché ci hanno permesso di ottenere risultati inaspettati».

Una battuta finale: Varese, questa volta, parte favorita? «È difficile stabilire dei criteri oggettivi per scegliere una squadra migliore: loro ad esempio – ha concluso Caja – hanno un campione d’Italia e un giocatore in nazionale, noi no. Abbiamo quattro punti più di loro, è vero, ma questo non per forza vuol dire che siamo più forti noi. Io ammetto di non sentirmi favorito per questa sfida, bisogna sempre guardare ai fatti oggettivi ed in casi come questo è difficile trovarne».

Filippo Antonelli