Perché non siamo 3-0 alla fine del primo tempo?”. In ossequio a Gigi Marzullo (o, forse è meglio, a Umberto Eco al DAMS di Bologna), Ivan Javorcic si fa una domanda. E si dà anche una risposta: “E’ qualcosa che fa parte di noi. Resta un po’ di amaro per non averla chiusa prima. Ci manca quell’istinto. Ma mi rimangono il primo quarto d’ora del primo e del secondo tempo e la nostra qualità”. In realtà, i tre punti con i gialloverdi trentini lasciano in dote anche molto altro: “Un passo alla volta. Abbiamo superato la barriera psicologica della quarta vittoria consecutiva. Il doppio regista Pettarin/Mozzanica? Credo sia un esperimento riuscito. Mettiamo da parte questa opzione. Abbiamo avuto più qualità nel palleggio anche grazie a Pettarin che con grande esperienza ha rinunciato a qualcosa per lasciare più spazio a Mozzanica”. In sottofondo alle parole dello spalatino un aspro scambio di battute tra il DS Turotti e (pare) un dirigente droense. Oggetto del contendere? Sempre stando a Radio Corridoio, la ciccia sarebbe qualche lamentela di troppo degli ospiti sull’andamento della gara. Della serie, un bel tacer…

7DD6CB87-2256-441B-8C22-FC06BB58F35AMeglio ascoltare Beppe Le Noci. Dopo averlo ammirato in campo, s’intende. L’ex Como è (contrariamente al detto), poca lappa e tantissima zappa: “Tre punti importanti perché non ci sono gare semplici. Dovevamo essere più bravi a chiuderla prima. Il gol per me non è fondamentale. Quello che conta è solo la squadra”. Gioco, partita, incontro. 

Giovanni Castiglioni

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