L’Ispra Calcio è una nuova realtà nel panorama del calcio femminile nostrano e la squadra di mister Fasola è impegnata nel campionato di Promozione (Serie D). Domenica scorsa le ragazze hanno vinto 7-0 contro Ossona nel recupero della 2^ giornata.
Come ogni mercoledì, una delle giocatrici in rosa si presenta. Dopo Ileana Bertolaso Cinzia Drago, oggi tocca a Valentina Bardelli.

Fin da quando ero bambina mi sono sempre dedicata allo sport, in generale, con grande competitività; ero il “maschiaccio” della situazione, non adatta a fare danza classica con mamma. Trovai subito il mio sport, il nuoto. Mi dedicai al nuoto agonistico appena me lo permise l’età, allenandomi molto, ma senza che fosse un peso. Lo stimolo erano certamente le gare, tutto era finalizzato a quello, in quei pochi secondi si doveva dare il massimo e anche il minimo errore costava caro. In tutto ciò ero sola, uno sport singolo, dove più che una gara contro gli altri era una prova costante con se stessi.

Durante tutti questi anni però, essendo cresciuta in una famiglia completamente interista e dove si aspettava il weekend per la partita, il calcio fu sempre lo sport che mi piaceva di più guardare in televisione e dal vivo, anche più delle gare di nuoto. Conoscevo a memoria i nomi dei giocatori, i numeri delle magliette e l’inno della mia Pazza Inter e quando, invece, mi si chiedevano risultati di altri sport (nuoto compreso) faticavo a ricordarli. Insomma, una passione che non ho mai pensato di vivere in prima persona, dato che avevo altro a cui pensare, però ammirando sempre il valore della squadra, che a me mancava.
Poi si sa, il nuoto è uno sport sempre più precoce e, crescendo, gli allenamenti aumentano. I risultati hanno iniziato ad essere più o meno gli stessi, non avevo fatto il salto di qualità e non avevo più gli stimoli giusti per dare il massimo. Così ho voluto fermarmi prima di peggiorare, cosa che per come sono fatta non mi sarebbe andata giù. Decisi che avevo voglia di sentirmi parte di un gruppo, condividere vittorie, sconfitte e momenti difficili in allenamento come in partita, cosa che l’ambiente del nuoto non mi permetteva sempre, ma che è nel mio DNA. Questo abbandono segnó una svolta, un cambio radicale che ebbe conseguenze positive e non.

Così un giorno, quasi per scherzo, il mio ragazzo mi disse che c’era una squadra femminile a Ispra e conobbi una ragazza che ne faceva parte. La cosa mi sembrava un azzardo, ma allo stesso tempo una sfida personale allettante. Tra vari ostacoli, mi iscrissi la passata stagione e, non avendo mai avuto molta esperienza, se non al campetto dell’oratorio o durante qualche partitella a scuola, faticai a livello tecnico. Per la mia fisicità mi sentivo meglio in difesa oppure sulle fasce, avendo fiato, ma alla fine non giocai molto e quel poco davanti, come punta, ma senza particolari risultati. Quando mi allenavo, sognavo di giocare a 11 alla pari dei ragazzi, anche essendo consapevole di doverci mettere ancora più impegno; e quasi non ci credetti alla notizia di questa nuova esperienza. Mi stimoló così tanto che nonostante le difficoltà ci volevo riprovare, e mi sto trovando molto meglio! Sento che ho intrapreso la mia sfida nel modo giusto, cercando di portare il mio agonismo, preparazione atletica e dedizione negli allenamenti e in campo, impegnandomi al fine di migliorare nell’ambito tecnico, grazie al mister e ai collaboratori. 

Infine, penso che, come in ogni cosa, il fattore determinante sia la volontà e il coraggio di provare a superare i proprio limiti e mettersi in gioco, senza preoccuparsi delle opinioni altrui. “Se ti fa felice è la cosa giusta” mi hanno sempre detto, e finalmente mi sento parte di una fantastica squadra!