Arezzo è bella ma non ci vivrei mai. Ok, quella era Venezia, ma causa congestione da fiera dell’antiquariato, scorte poliziesche a kilometraggio illimitato e steward in modalità ufficio complicazioni affari semplici, il capoluogo della Valdichiana ha rischiato ieri di andare di traverso ai bustocchi al seguito della Pro Patria. Per nulla invece ai biancoblu sul campo che hanno fornito (pound for pound) la migliore prova di questo primo terzo abbondante di stagione. Per personalità (soprattutto nella prima e nell’ultima mezzora), qualità individuale e di reparto (difesa caldissima e Fietta in clamorosa fregola), lettura strategica della gara (a priori e durante i 90’).

Quindi, perché non sono arrivati i 3 punti? Ottima domanda. Perché messa da parte per un attimo la prestazione, il risultato non può mai essere un dettaglio. All’interrogativo di cui sopra sono possibili (tra le tante) 2 risposte alternative. La prima di matrice fattuale. Se Le Noci avesse trasformato il rigore a 10’ dalla fine, probabilmente le valutazioni sarebbero altre. La seconda di tipo parapsicologico (forse più para che psicologico). La formazione di Javorcic non ha avuto la chiara percezione di quanto la vittoria fosse a portata di mano. Questione di consapevolezza dei propri mezzi che i tigrotti stanno acquisendo e che farà la differenza tra salvezza tirata, salvezza tranquilla, metà classifica, posto playoff. Tutti obiettivi che la Pro Patria sembra poter avere nelle proprie corde (sì, anche l’ultima moneta playoff). Ma che deve coniugare con maggiore risolutezza. Soprattutto quando (come ieri), l’avversario ha margine in classifica (9 punti) ma non nei valori visti in campo. Insomma, prima mancavano i pareggi, ora (forse), ce ne sono troppi (3 consecutivi, 4 nelle ultime 7). Ma l’argomento rischia veramente di essere materiale per sofisti.

Con già nel mirino il Gozzano di domenica (ore 16.30, stadio “Speroni”), restano da spendere due parole sul direttore di gara. Maranesi non è certo stato un fischietto casalingo. Per onestà intellettuale, è doveroso sottolinearlo. Ma ciò premesso, tutte le sue decisioni sono apparse comunque giuste. Magari severe, ma giuste. Avendo provato ben di peggio a parti invertite nel primo scorcio di campionato, quanto occorso al “Città di Arezzo” non è sembrato poi granché. Ma per gli arbitri così come nella vita, nulla è assoluto e davvero tutto è relativo.

Giovanni Castiglioni
(foto Arezzo Notizie)