Il nome che circolava da tempo si è concretizzato: Manuele Domenicali è il nuovo allenatore del Varese, scelto dalla società su suggerimento di Beppe Accardi il procuratore che sta avendo un ruolo chiave nella costruzione della squadra che verrà.
Domenicali, nato in provincia di Ferrara, sta arrivando in città proprio in queste ore e domani sarà in sede per mettere la firma nero su bianco. Le presentazioni tra lui, Berni e il proprietario Benecchi sono già avvenute giorni fa, ma lontano dalla Città Giardino.

“Gli obiettivi prefissati dal club sono quelli di fare il meglio possibile – ci dice -. Varese è una piazza dal passato importante, mentre la storia recente ha lasciato il segno in negativo. Tante società si ritrovano a dover fare i conti con problemi economici; adesso è ora di voltare pagina. Si sta partendo con un nuovo progetto e cercheremo di raggiungere gli obiettivi. A me piace lavorare sul campo”.

Quali sono gli obiettivi prefissati? A quale categoria si guarda? “Ovviamente speriamo di essere ripescati – risponde -. La D è il campionato minimo che spetta a una realtà del genere. Non è il caso di fare promesse”.

Cosa si aspetta da una piazza un po’ disillusa? “Ho vissuto un’esperienza simile alla guida del Catanzaro nel 2006/2007; la squadra veniva da due retrocessioni di fila dalla Serie B, la seconda era  arrivata insieme al fallimento del club che era stato ripescato. Si ripartì all’ultimo momento con una nuova società in C2 grazie al lodo Petrucci. Mi chiamarono all’ultimo e iniziammo il campionato senza nemmeno avere gli 11 giocatori da schierare. La squadra la costruimmo pian piano durante il girone d’andata. La tifoseria era molto delusa e doveva essere riconquistata: lo abbiamo fatto senza promesse, ma con un ottimo campionato. Sfiorammo i playoff, ma soprattutto ponemmo le basi per il futuro. Non serve illudere i tifosi, serve solo lavorare duramente; dobbiamo riportare la gente allo stadio… e deve essere contenta di venirci”.

A che punto è la costruzione della rosa? “Per prima cosa aspetto di formalizzare la mia posizione; poi ne parleremo. Abbiamo tutto il tempo, di giocatori in giro ce ne sono molti e basta avere le conoscenze; direi che ai nostri dirigenti non mancano di certo”.

Infine, uno sguardo alla sua carriera: il mister classe 1956 allena dai primi anni novanta. Dopo una buona carriera da giocatore, ha guidato numerose squadre nei dilettanti: Rivanazzanase e Mezzanese, poi Borgosesia (serie D e C2), Derthona (tre stagioni in D), Voghera (D), Isernia (C2), Gela (C2), Pisa (C1), Catanzaro (C2), Portogruaro (C2 e C1), Ternana (C1), Mezzocorona (C2) e Pavia. Ha vinto tre campionati (con Borgosesia, Gela e Portogruaro) e collezionato altrettanti esoneri (Ternana, Mezzocorona e Pavia). Nel 2012 ha guidato la squadra belga del Visé in Serie B, nel gennaio del 2015 ha dato le dimissioni dal Derthona in Serie D.

“E’ tanto tempo che alleno, mi ritengo uno che ha fatto la gavetta. Sono partito dalla seconda categoria arrivando sino alla C1, mentre in Belgio ho allenato in Serie B. Gli step li ho raggiunti solo grazie ai risultati; ho vinto qualche campionato, ma ho collezionato anche qualche esonero che in carriera ci sta. Ho girato tutta l’italia, conseguito il master a Coverciano; insomma l’esperienza non mi manca”.

Elisa Cascioli