L’onda dell’entusiasmo legata ai successi di inizio girone di ritorno – con vittime eccellenti come Venezia, Milano, Cantù e Brescia – si è attenuata dopo le ultime due trasferte: la pausa per la Coppa Italia e per le nazionali ha avuto l’effetto di placare la ferocia della Openjobmetis, che in queste due sfide non è riuscita ad imporsi sul piano dell’energia e dell’intensità rispetto ad avversarie che hanno saputo calarsi nel feroce assetto da battaglia proposto da Cain e compagni ad ogni apparizione sul parquet.

Si è trattato di due passi indietro sul piano dei risultati, ma non delle prestazioni: certo, con Pistoia la Openjobmetis è parsa sottotono, ma bisogna considerare che la The Flexx – maggiormente invischiata nella lotta per non retrocedere – arrivava alla gara con una carica diversa; a Trento, invece, Varese ha saputo costringere la Dolomiti Energia a rinunciare al suo gioco classico perché nell’area biancorossa non c’è mai stato spazio per operare. Non è bastato, ma solamente perché l’organico di Buscaglia ha un notevole tasso tecnico e ha dimostrato grande capacità di adeguarsi alla situazione.

Anche in virtù di questi aspetti, la partita con Avellino è di difficile lettura: la Sidigas ha qualità dall’arco – e Varese concede molto sul perimetro: le avversarie della Openjobmetis, a causa dell’impostazione difensiva di coach Caja, tentano in media 31.9 tiri da due e 30.2 dall’arco – e sa anche sfruttare il gioco interno, con il colosso Fesenko a fare la differenza nel pitturato e diversi elementi – Dezmine Wells su tutti – in grado di risultare efficaci spalle a canestro. Se Varese riuscirà ad imporre la sua legge, allora Avellino dovrà rifugiarsi sull’arco per provare ad espugnare Masnago.

Il principale punto interrogativo riguarda la possibilità di evitare le ricezioni profonde del centro ucraino della Sidigas: settimana scorsa i biancorossi hanno dimostrato – sfruttando il vantaggio in termini di centimetri – di poter escludere dal gioco un centro dinamico e atletico come Hogue. Il prossimo avversario di Cain e Delas ha però caratteristiche completamente diverse rispetto al lungo trentino ed è oltretutto preferibilmente servito dal quattro, quel MaartenLeunen che è come sempre cervello e regista occulto della squadra.

Attorno alla capacità degli irpini di innescare Fesenko ruoterà buona parte dell’andamento della gara: in caso la Openjobmetis non riuscisse a impedire all’ucraino la ricezione, allora sarebbe costretta a rivedere il piano partita classico e a rinunciare ai consueti sigilli apposti ai confini della propria area. In ogni caso, Fesenko non è l’unico osservato speciale, a testimonianza del potenziale offensivo della Sidigas: Varese dovrà tenere d’occhio anche Jason Rich, miglior marcatore del campionato. All’andata, pur incappando probabilmente nella sua peggior partita stagionale (6 punti con 2/14 dal campo), la guardia realizzò la tripla decisiva per il sorpasso con 1’ da giocare.

Insomma, la sfida che attende la Openjobmetis è decisamente ad alto quoziente di difficoltà perché Avellino – rinfrancata, dopo un periodo complicato, dalla larga vittoria su Brindisi, con protagonisti oltretutto i due giocatori maggiormente in discussione (Fitipaldo e Dezmine Wells) –è una squadra in grado di trovare le giuste armi in base al livello e al comportamento dell’avversaria. Varese non dovrà distrarsi nemmeno per un secondo. Serve un ultimo sforzo per chiudere il discorso salvezza e chissà che le motivazioni derivanti dall’affrontare una squadra di primo piano non possano risultare decisive per ottenere due punti tutt’altro che scontati.

Filippo Antonelli