La stiamo perdendo! La stiamo perdendo! Defibrillatore! Uno, due, tre…libera! Sbang!! Scena vista mille volte sul piccolo e sul grande schermo con risvolti (spesso) di umorismo più o meno involontario. Ma per la Pro Patria ieri c’è stato davvero poco da ridere. Almeno fino al catartico 4-3 di Le Noci al 91’. Un gol da tre punti che ha riportato in vita (e in vetta) i biancoblu spedendo l’insensato infrasettimanale con la Romanese nella short list delle gare più lisergiche della recente storia tigrotta.
Ci davano tutti per morti…, la rivincita presa da Sandro Turotti a vittoria ancora calda. Ecco, magari proprio morti no. Però la squadra aveva una gran brutta cera e la sconfitta con il Rezzato si era lasciata in eredità ragnatele mentali difficili da spazzare via. Serviva una scossa. E piace pensare che l’elettricità richiesta sia arrivata con l’ingresso di Filippo Ghioldi, balén 18enne frutto del vivaio dello “Speroni” e simbolico protagonista del successo di ieri. Chissà che non sia nata una stella (o stellina).

Guariniello si è portato a casa il pallone (appropriazione già operata ieri a Romano da gran parte del vicinato del “Comunale”). Guadagnin il mal di testa. Cose che capitano. O meglio, che succedono una volta sola visto che l’11 avellinese una tripletta in D non l’aveva mai fatta, la Pro Patria 4 reti quest’anno non le aveva ancora segnate, idem 3 per la Romanese. Insomma, tutto patrimonio esclusivo di un mercoledì vissuto molto di pancia (o di nervi) e poco di testa. Compresi i cambi di Javorcic, snocciolati presto e senza concedere privilegi. Il fatto che alla fine siano anche stati decisivi (per dirla tutta), è solo un dettaglio.                                  

Vento carogna, avversario modesto ma sveglio, prima mezz’ora da buttare via senza tante menate. I presupposti per una figuraccia memorabile c’erano tutti. Ma questo gruppo ha dentro qualcosa. Che va oltre il semplice lato tecnico. E ieri (ad un certo punto), si è letteralmente rifiutato di perdere. Mandando un segnale forte e chiaro a tutti. In prima battuta a sé stessi. E al tostissimo pubblico bustocco presente. Trascinato (o trascinante?) nell’incredibile rimonta a fil di sirena. Tutti insieme verso l’obiettivo promozione. Un pizzico di retorica in un fondo di verità.

Giovanni Castiglioni