Dopo cinque stagioni passate tra i professionisti (Serie B e Lega Pro), Donato Di Sabato due anni fa ha deciso di sposare il progetto Pro Patria scendendo tra i dilettanti. A convincerlo è stato chi lo aveva lanciato nel mondo del calcio vero, ovvero il ds Turotti. “E’ proprio cosìattacca Disabato -, il cerchio si è chiuso. Due anni fa il direttore mi convinse a venire a Busto, mi parlò di una società seria e ambiziosa che voleva tornare tra i professionisti al più presto. Così è stato, abbiamo vinto il campionato e la prossima stagione la Pro Patria giocherà in Serie C“.

Parli di cerchio chiuso, vuol dire che lascerai i tigrotti?Assolutamente no. Il mio accordo con la Pro Patria, come avviene per tutti i giocatori dilettanti, si chiuderà il 30 giugno. Non ho ancora parlato con il direttore, ma sarebbe per me un onore poter continuare a giocare con la maglia della Pro. Dopo il campionato abbiamo vinto lo scudetto e pensare di poter indossare quella maglia con il tricolore al petto nel prossimo campionato mi fa venire i brividi“.

Che esperienza è stata giocare la poule scudetto? Una vera figata! (ride e ci domanda: si può dire?, ndr) Dopo la fase a gironi, i quattro giorni passati in Toscana per le finali sono state la ciliegina sulla torta di una stagione fantastica. Grazie all’abilità del mister nel saper gestire la situazione, abbiamo passato delle giornate pensando ad allenarci con la massima professionalità e poi staccando e vivendo l’esperienza come se fosse una vacanza premio da trascorrere tutti insieme. Sotto il profilo sportivo direi che è andata bene, abbiamo vinto e abbiamo conquistato un trofeo che ci permette di scrivere il nostro nome nella storia della Pro Patria“.

Sei sceso dalla B alla D, cosa è cambiato?Tantissimo, sono due mondi diversi. E’ vero, si gioca sempre a calcio e sempre undici contro undici, ma il livello è molto diverso e l’organizzazione lo ancora di più. Qui alla Pro Patria siamo fortunati, alla fine è come essere dei professionisti per come ci trattano e per quello che ci mettono a disposizione, ma non in tutti i club di Serie D è così. Il livello dei giocatori è molto diverso: qui ci sono tanti giovani e parecchi giocano grazie alla regola degli Under e non sempre sono di categoria. Ho comunque la fortuna di poter vivere facendo quello che più mi piace nella vita, cioè tirare calci ad un pallone e quindi ben venga una categoria più bassa“.

Nei momenti clou di questa stagione hai timbrato il cartellino: doppietta nella gara promozione con il Darfo e gol nella sfida tricolore con la Vibonese. A chi vuoi dedicare queste reti?Sono tre, quindi posso dedicarle a più persone. Come sempre, in primis a papà Michele e mamma Nunzia che non mi hanno mai lasciato solo nella mia vita calcistica. Mia sorella Alessandra si offende se non la butto in mezzo e Amanda (la fidanzata, ndr) mi supporta e sopporta sempre in tutto. E poi c’è il gruppo storico degli amici con Vito, Matteo il prof., Gigi, Antonio, Patrick il parrucchiere e i due londinesi Matteo e Alberto. Può bastare?“.

Chiudendo, non ho capito dove giocherai la prossima stagione?Alla Pro Patria, ovviamente (ride, ndr). Scherzi a parte aspetto una chiamata dal ds per poter mettere nero su bianco al più presto. Se mi chiama, io ci sono“.

Michele Marocco