I presupposti ci sono e tuttosommato sono stati trovati da Fabrizio Berni anche in tempi rapidi: dopo il lavoro nell’ombra, senza cioè uscire allo scoperto, dei mesi scorsi, in fin dei conti Berni si è messo fattivamente al lavoro nelle ultime tre settimane ed è arrivato al dunque. Oramai, a campionato concluso e con la prossima stagione da pianificare, di tempo non ce n’è più e la proprietà del Varese Calcio ha messo alle strette i potenziali acquirenti comunicando ieri che la società svizzera ha tempo fino a domani, venerdì 25 maggio, per esprimere il proprio impegno irrevocabile ed incondizionato alla acquisizione delle quote. Mossa strategica oppure paletto concreto quello di Paolo Basile? Lo capiremo domani. La sensazione è che, mentre il proprietario vuole chiudere al più presto, Berni voglia invece prendere tempo ulteriore. E se domani non dovesse verificarsi alcunché cosa accadrà? A naso, il Varese aspetterà ancora prima di intraprendere la strada del fallimento in proprio.

Detto questo comunque, Berni ha ottenuto tutte le garanzie richieste, anche quelle che non facevano parte del preliminare firmato tempo fa e oramai non più valido. Sa quanti sono debiti (circa un milione) e costi da affrontare, ha l’accordo stragiudiziale con i fornitori per lo stralcio del debito, ha il sì dei giocatori che hanno accettato le condizioni e sono disposti ad aspettare ancora i dovuti rimborsi (60 per cento entro il 31/12 per alcuni e 100 per cento entro giugno 2019 per gli altri), e infine, ha anche il benestare dell’amministrazione comunale, in primis quella del sindaco Galimberti, disposta a rinnovare le concessioni degli impianti al Varese Calcio; infine ha già in mano un progetto di riqualificazione di stadio e Varesello. Dunque cosa aspetta? Mancano ancora le firme, è vero, ma il grosso è fatto. Domani sarà il giorno della verità.

Elisa Cascioli