La matematica non è mai un’opinione. Ok, va bene, facciamo quasi mai. Perché quando si parla di format della Serie B (e di conseguenti promozioni e retrocessioni dalla Lega Pro), i conti regolarmente non tornano. Il tema è vecchio di un paio di giorni ma lo rispadelliamo per tenere caldo l’argomento.
Partiamo dalle certezze. Paradossali, ma sempre certezze. La serie cadetta 2019/2020 tornerà a 22 squadre. Ma come? Dopo il baraccone estivo con il tango della gelosia tra i tribunali sportivi e quelli amministrativi torna tutto come prima? Proprio così. Il colpo di mano del commissario Fabbricini (esecutore materiale su mandato del numero uno dello sport italiano Malagò) ha ballato una sola stagione. Lo hanno stabilito i vertici federali nella riunione di martedì. “Quando non c’è consenso, valgono le regole scritte e quelle attuali sono chiare. Ad oggi il format della Serie B è a 22 squadre e se non interverrà una modifica il prossimo anno resterà tale”. Parole e musica del presidente della FIGC Gravina nel cui programma di governo resta la B a 20 squadre. Obiettivo comunque non realizzabile prima del 2020/2021.

Ma non è tutto. Perché siccome tra il sublime e il ridicolo è davvero un attimo, l’autentico (contro)capolavoro coinvolge le modalità del ritorno a 22. Lunedì il presidente di Lega Pro Ghirelli aveva stilato una doppia proposta a completamento organici. Di fatto, un riequilibrio numerico da compiere attraverso i soli risultati sportivi. Questo avrebbe richiesto la logica e questo avrebbe voluto lo stesso Gravina quando nel luglio scorso (ancora nelle vesti di presidente di Lega Pro), aveva reclamato più promozioni e/o meno retrocessioni per la categoria da lui rappresentata. Ebbene? Nulla di tutto questo. In Serie C resteranno 4 promozioni (3 dirette e una via playoff) e 8 (non 9) retrocessioni. Mentre il ritorno a 22 della B e a 60 della C avverrà attraverso 3 ripescaggi dalla C alla B e ad altrettanti dalla D alla serie superiore. Con criteri che verranno riscritti entro la fine di gennaio. Cioè, all’ingrosso (ma mica tanto), il ripristino di quanto i tribunali avevano rigettato solo qualche settimana fa. Un modo (perfettamente legittimo, sia chiaro, perché contemplato dai regolamenti che Fabbricini ha emendato, non cambiato) per assecondare le istanze di quei club che si sono sentiti danneggiati dai mancati ripescaggi estivi (Entella ma non solo). Alcuni di questi (chissà?), saranno promossi sul campo. Altri verranno “risarciti” grazie al meccanismo di cui sopra. E (probabilmente) non proseguiranno la loro minacciata battaglia legale.

Insomma, la solita gattopardata per ribaltare tutto lasciando (in realtà) tutto immutato. Con il CONI (che ha provato a mettere le mani nel calcio venendo respinto) plausibile sconfitto dell’intera vicenda. Tomasi di Lampedusa era davvero un dilettante.                                       

Giovanni Castiglioni