Successo di pubblico e successo di critica. Il cruccio di ogni autore. Per qualsiasi arte (o artigianato) e a qualsiasi latitudine. Nel caso di “100 anni di Pro” la prima metà può considerarsi assolta. Almeno a prendere per buona la serata di ieri al Teatro Sociale di Busto Arsizio in cui si è ufficialmente tenuta a battesimo l’ultima fatica letteraria dello Scrittore&Contastorie Carlo Albè (spalleggiato per l’occasione dal commento tecnico di Giovanni Castiglioni).
Albè SerafiniOltre 500 astanti (sia per gli organizzatori che per la questura) curiosi di capire quale piega avrebbe preso la vernice officiata dall’anchorman di Sky Sport Fabio Tavelli (con l’amichevole partecipazione di Stefania Salmerigo). I presupposti erano chiari. Lanciare la volata al centenario prossimo venturo della Pro Patria (febbraio 2019), vellicando le corde della memoria attraverso l’afflato narrativo. Cioè? Vabbeh, far venire un po’ di magone. O (comunque), emozionare. Anche in questo caso bersaglio centrato perché nel reading musicato in calce alla serata da Roberto Fazari, gli ostacoli del cuore sono stati superati solo grazie alla manifestazione sul palco dei soggetti dei racconti. Nove nella circostanza (tra i 102 inseriti nel libro) con Ivan Javorcic, Matteo Serafini, Stefano Re Cecconi (figlio del grande Luciano), Roberto Vender, Gipo Calloni, Andrea Vecchio, Gigi Sartirana, Lele Magni e Stefano Merlo (erede diretto del Merlino). Alcuni volti (e nomi) noti a tutti, altri ai più, altri ancora patrimonio dei soli assidui frequentatori dello “Speroni”. Tutti accomunati dal solito destino di palpitare biancoblu. Non importa se giocatori, allenatori, dirigenti o semplici (nel senso più nobile dell’attributo) tifosi. Democrazia tigrotta, insomma. In filigrana, il significato più autentico di “100 anni di Pro”.

Teatro SocialeL’opera prodotta dall’associazione omonima del presidente Luca Calloni (arricchita dalla copertina di Gianni Olianas e dalle foto di Emanuele Reguzzoni e Giovanni Garavaglia) è figlia di una gestazione biennale resa possibile dalla passione degli organizzatori (tra i quali è doveroso segnalare Lorenzo Pisani unitamente alle Tiger’s Angels Arianna, Cristina e Pamela) oltre che anche dal patrocinio della Pro Patria (ieri presente con una delegazione guidata da Patrizia Testa ma rappresentata al proscenio dal numero 2 Nazareno Tiburzi), del Comune di Busto Arsizio (in prima fila il sindaco Antonelli e agli assessori Farioli, Magugliani e Maffioli) e della Fondazione Comunitaria del Varesotto. Ricavato interamente devoluto a La Casa di Chiara, APAR e Ability Apnea. Dopo tanta prosa, la poesia finale di Marco Grecchi ha inumidito le palpebre dei presenti. Cercato o meno, l’effetto è stato comunque quello atteso.

Associazione 100 anni di Pro
(foto di Marco Mariani)