Presentata ieri sera al pubblico tradatese presso la Biblioteca Frera la Brighten Foundation: l’associazione fondata da Beppe Martegani, tradatese doc oggi allenatore delle giovanili dell’Auckland City in Nuova Zelanda, impegnata da anni nell’organizzazione di programmi di scuola calcio nei luoghi più remoti del globo. E che grazie all’appoggio di Alfio Plebani avrà una base referenziale anche nel nostro paese.

LA FONDAZIONE – Tutto ebbe inizio nel 2008 quando Beppe Martegani, dopo svariate esperienze nel sociale tra cui anche un lungo periodo di volontariato in un ospedale di malati terminali a Calcutta, si decise ad aiutare concretamente le popolazioni meno fortunate del Sudest asiatico. Per farlo scelse lo sport: in particolare il calcio, la sua passione, da sempre uno strumento utile per unire i popoli. Nacque così la Brighten Foundation ed il relativo progetto “Football for Hope” patrocinato dall’A.I.A.C (Associazione Italiana Allenatori di Calcio), dall’Auckland City e del Barcellona.“I programmi di scuola calcio che portiamo in giro per il mondo sono basati sui giochi di cooperazione mediante i quali cerchiamo di far sviluppare diverse qualità ai bambini e ai ragazzi che aderiscono: concentrazione, disciplina, lavoro di squadra, velocità di pensiero e comunicazione e molto altro – spiega Beppe Martegani –. Vi assicuro che vedere i sorrisi sui volti divertiti di quei ragazzi ripaga tutti gli sforzi fatti. E’ una cosa meravigliosa”.

MYANMAR 2017 – Nel corso degli anni il percorso del progetto Football for Hope ha fatto tappa in diversi luoghi del mondo come Penang e BatuGajah in Malesia, Tianjin in Cina e soprattutto in Myanmar, ai più conosciuto come Birmania. “Uno stato ricchissimo di materie prime controllate dalla dittatura che ne impedisce lo sviluppo – continua Beppe –.Tra l’altro ci sono moltissime divisioni etniche”. E la Brighten Foundation vi ritornerà nel novembre 2017, dal 18 al 24, con un’ospite d’eccezione: Alfio Plebani che insieme a suo figlio ha scelto di seguire i progetti di Beppe e portare la pace e la speranza in giro per il mondo usando il pallone di cuoio. “Con la speranza – afferma Alfio Plebani – di formare delle persone in loco che possano dare continuità alle nostre iniziative”.

Un giorno al termine dell’allenamento un bambino di otto anni mi disse che quello era stato il giorno più bello della sua vita – conclude Beppe – perché per la prima volta suo padre non lo aveva picchiato”. E’ la magia del calcio che sa dare speranza anche laddove la speranza sembra non esistere più.

Alessio Colombo