Busto Arsizio, domenica 15 ottobre, sopra 2-0 prima e 3-1 poi, si fa rimontare nel finale di gara gettando al vento una vittoria fatta e finita. Dura la vita per l’Antoniana. Come? Eh già. Ieri in via Cà Bianca è davvero mancata la fantasia. O ce n’è stata troppa. E a pochi minuti e a pochi metri di distanza (50 scarsi) è andata in scena la stessa identica partita. Bestiale. Pro Patria ed Antoniana travolte dall’insolito destino di un 3-3 in copia e incolla. E se il Luino Maccagno almeno ha chiuso in undici, il Pontisola ha invece anche concesso un uomo per 45’. Ma lasciando ad altri la Prima Categoria, quanto occorso ai tigrotti è il folle compromesso tra il benissimo del primo tempo e il pessimo del secondo. Schizofrenia non compatibile con il percorso tracciato per la formazione biancoblu. Soprattutto, un’inconsistenza caratteriale di cui non si erano mai avvertiti (neppure lontanamente) i sinistri sintomi accusati ieri. Meglio non sottovalutare quanto accaduto. Sarebbe più grave del fatto stesso.

Nel merito però, il (quasi) Speronazo ha contorni non solo psicologici. E la faccia di Javorcic nel post partita lasciava intendere più (e al di là) delle parole la consapevolezza di errori tecnici già ben chiari a dispetto della botta ancora calda. Squadra capace di alzare le marce ma non di scalarle; una punta (Gucci) riluttante nella ripresa a dare il riferimento; un portiere (Guadagnin) sin qui più che convincente e ieri tragico. Insomma, errori individuali ed errori collettivi. Magagne spesso strettamente imparentate. A cui vanno sommate assenze di peso e una discutibile gestione dei cambi. Con il (fondato) sospetto che se le sostituzioni fossero state solo tre (e non cinque), forse la squadra avrebbe perso meno identità. Per farla breve, anche lo spalatino ci ha messo qualcosa del suo. Succede. Persino a quelli bravi. Inutile fare drammi. Peccato però. Perché un Pedone e un Santana così (forse) non si erano mai visti. Semplicemente illegali. In tutte le contee di questa Serie D. Mercoledì c’è già la Virtus Bergamo. Nessun dubbio sia meglio così.

Giovanni Castiglioni