Doverosa premessa. Non essendo speculari i sistemi di gioco (3-5-2 per la Pro Patria, 4-3-3 per il Darfo), il confronto tattico non può che risultare asimmetrico. Sia come sia, il possibile (o probabile?) undici neroverde da una parte. L’omologo biancoblu dall’altra. Salvo sorprese, s’intende. Reparti e individualità messi a paragone aspettando la supersfida di domenica (ore 14.30, stadio “Comunale” di Montecchio).


PORTIERI
Petrisor DarfoPetrisor (98)
: Romeno di nascita, lainatese d’adozione, non dovesse andar bene con il calcio, farebbe il parrucchiere. Ex Settore Giovanile del Varese, vanta due stagioni da titolare con Bustese e Ciserano. Reattivo, discreto pararigori, nonostante i soli 19 anni già più che affidabile.

Mangano (99): L’avversario più insidioso è stato sinora il compagno di squadra (e alternativa tra i pali) Guadagnin. Concorrenza interna vinta grazie a ripristino gerarchie estive, cesello del preparatore Rasori e indubbio talento. Si ispira ad Handanovic. Parallelo impegnativo ma fisicamente plausibile. La sua stazza in area piccola si fa sentire eccome.

DIFESA
busto arsizio pro patria ciliverghe/mazzano molnarFilippi (99) – Lucenti – Bakayoko – Savoini (99)
: Secondo pacchetto arretrato del girone, il primo a domicilio dove ha subito solo 3 reti in 8 gare con 6 clean sheet. Due terzini destri under (Savoini adattato sulla corsia mancina), un centrale esplosivo (l’ivoriano Bakayoko), l’altro d’impostazione (Lucenti, di fatto un ex mediano). Reparto tradizionale. Ma non senza spessore.

Molnar – Zaro – Scuderi (98): Nessuno ha i numeri della difesa tigrotta. Dieci gol subiti (5 in trasferta), porta attualmente inviolata da 185’, 9 gare su 17 lasciando a secco gli avversari, una sola squadra (il Pontisola) in grado di mettere a segno più di una rete (3). Nella versione MZS rappresenta il top di gamma della categoria.

 

CENTROCAMPO
busto arsizio pro patria ciliverghe/mazzano galliMuchetti – Panatti – Zanardini
: L’indiscutibile punto di forza della formazione bresciana. I veterani Zanardini e Muchetti, l’emergente Panatti. Tanta corsa, inserimenti a nastro, gol a grappoli (17 compreso Vaglio, il 65% dell’intera squadra). Banale scriverlo, ma la partita si deciderà lì nel mezzo.

Cottarelli (98) – Colombo – Pettarin – Gazo – Galli (97): La freschezza degli esterni, l’intensità e il mestiere di interni e/o mezzali. L’assortimento della mediana bustocca è il segreto del laboratorio tattico di Javorcic. Da non escludere l’ipotesi di Colombo guastatore alle spalle delle punte.

 

ATTACCO
Spampatti DarfoNibali (97) – Spampatti – Galelli: Decisamente non una macchina da guerra offensiva (4 segnature in 3). Spampatti si smazza il lavoro sporco, Nibali agisce da seconda punta mentre Galelli può fungere anche da trequartista in un 4-2-3-1 utilizzato come variazione sul tema da Del Prato. L’insidia per la Pro Patria? Leggere a tono i movimenti degli esterni, spesso finalizzati a creare spazi per le incursioni dei centrocampisti.

Santana – Le Noci: Il 9 lo fa Marito. Nei movimenti e nella produttività (12 centri in 14 presenze). L’ex Como è invece la cinghia di trasmissione con la terra di mezzo. Cosa ci facciano in Serie D è un mistero gaudioso per i biancoblu.

 

PANCHINA
Darfo Boario: Terza squadra più giovane del campionato (secondo i parametri di Lega) e 9 posti in panca colmati da almeno 6 under. Forlani, Lauricella e Vaglio i principali backup. Difficile che Del Prato stravolga tatticamente la squadra a gara in corso.

Pro Patria: Arrigoni, Bortoluz, Disabato, Gucci, Mozzanica, Pedone. Cioè, in strettissimo ordine alfabetico (e con qualche colpevole dimenticanza), le opzioni nel bouquet di Ivan Drago quando si volta verso la panchina. Beata abbondanza? Definizione calzante.

 

ALLENATORI
Ivan Del Prato: Ivan, come l’altro. Ex centrocampista, come l’altro. Gran lavoratore, come l’altro. Le analogie però, finiscono qui perché impianto di gioco e gestione del gruppo seguono filosofie differenti. La fedele sovrapposizione della squadra ai voleri del proprio tecnico ha però pochi eguali nel Girone B (Curioni/Pontisola, Madonna/Virtus Bergamo, Bolis/Caravaggio).

Ivan Javorcic: Il mantra dello spalatino è “pensiero unico”. Un credo ripetuto a sfinimento sin dal giorno del raduno. L’impronta sullo spogliatoio (prima ancora che sulla lavagna tattica), è garanzia di equilibrio e lungimiranza. Si pensi alla gestione dei “casi” (si fa per dire) Guadagnin e Le Noci.

Giovanni Castiglioni