Nonostante un girone di ritorno sulle montagne russe, per l’Unet Yamamay Busto Arsizio la stagione nel complesso può ritenersi al momento soddisfacente. La squadra per qualche settimana è stata in testa al campionato riuscendo ad esprimere, tra l’altro, una delle migliori pallavolo di tutta la Serie A1 ed è ancora in corsa per staccare il pass per la semifinale di Coppa Cev nonché per un buon piazzamento nella griglia dei playoff scudetto.

A commentare l’attuale annata è Paolo Lugiato, uno dei top manager più apprezzati a livello internazionale e l’anno scorso Amministratore Delegato della UYBA.
“Se c’è una cosa che ho imparato l’anno scorso è quanto sia difficile gestire una realtà complessa come una società sportiva. Le componenti che influenzano il successo sono tantissime e basta che una sola non vada nella direzione giusta perché non si raggiunga l’obiettivo finale. Per questo nessuno più di me può comprendere la frustrazione di Pirola e Mencarelli quando, nonostante gli investimenti e il duro lavoro, i risultati sperati tardano ad arrivare. Tuttavia, il mio parere su questa stagione è positivo. Seppur con alti e bassi, nei momenti di picco la squadra ha espresso un buon gioco e sono convinto che, senza gli infortuni che fino a oggi hanno inficiato il rendimento della compagine biancorossa, la squadra potrebbe essere tra le prime quattro del campionato. Coach Mencarelli è riuscito a riportare a grandi livelli giocatrici come Valentina Diouf e Federica Stufi, e questo non è poco. Bravo anche il presidente Pirola a confermare la fiducia all’allenatore anche nei momenti più difficoltosi perchè questo ha permesso alle ragazze di allenarsi con serenità. Mi auguro di cuore che sia ai playoff scudetto e sia in Coppa Cev la UYBA potrà togliere soddisfazioni a società, tifosi e città”.

Cosa rappresenta, secondo lei, la UYBA nella pallavolo italiana?
“E’ uno dei club più titolati di sempre, ha dato lustro al territorio della provincia di Varese e ha portato il nome della città di Busto Arsizio in Europa e nel mondo. Pirola è lungimirante e ha le idee molto chiare. La società è decollata di nuovo dopo un periodo complesso, ma, ovviamente, ritornare ai vertici richiede tempo. Nel frattempo, lo stesso Presidente ha dimostrato la sua serietà facendo investimenti ed esponendosi spesso in prima persona. Buona è stata la sua intuizione di prendere in gestione il PalaYamamay per i prossimi trent’anni. E poi, il ritorno in Coppa Cev della squadra ha portato appeal verso nuovi sponsor, anche se certamente il tessuto dell’imprenditoria locale può fare sicuramente di più”.

La Serie A1 può competere con gli altri campionati esteri?
“Devo intanto sottolineare l’ottimo lavoro di Mauro Fabris, presidente della Lega Pallavolo Serie A Femminile, che negli anni ha saputo ridare prestigio al massimo campionato iniziando da un decennio la battaglia contro quella che è sempre stata definita la lotta al doping amministrativo. Ha ricevuto critiche feroci nel tempo, ma la sua capacità di grande manager gli ha permesso non solo di andare avanti al comando del consorzio dei club, ma anche di essere coerente con le sue idee. Almeno un cinquantina sono i club spariti dai campionati di A1 e A2 che non hanno rispettato i parametri amministrativi imposti dalla Lega Volley, una battaglia seria e meticolosa con tagli spesso dolorosi che hanno portato alla sparizione di piazze storiche del volley italiano ed internazionale, ma questo processo, devo riconoscere, ha permesso la regolarità dei campionati, al contrario di quanto accadeva in passato. Mi spiego meglio: da una parte c’erano club che vincevano i campionati e non pagavano le giocatrici o non onoravano in parte gli impegni, dall’altra si penalizzavano quelle società virtuose che pianificavano la stagione su poche risorse ma che arrivavano in fondo pagando il 100% degli stipendi e che magari alla fine retrocedevano pure. Per rispondere alla domanda, sono convinto che, proprio grazie al grande impegno della Lega Pallavolo Serie A Femminile, assistiamo già da qualche anno a campionati regolari dal punto di vista dell’amministrazione delle società partecipanti alla A1 e A2 e, inoltre, sono approdate in Italia alcune giocatrici straniere tra le più forti del panorama mondiale permettendo alla nostra serie A1 di competere con i campionati ben più ricchi come quelli di Russia, Azerbaijan e Turchia, o quelli asiatici, nei quali la corsa al titolo nazionale è limitata a poche squadre. In Italia i campionati sono invece sempre avvincenti perchè ogni stagione ci sono almeno 6-7 formazioni candidate al successo finale”.

Crede che la UYBA possa, nel giro di qualche anno, riportare lo scudetto a Busto Arsizio?
“Ce lo auguriamo tutti, perché ammiro il presidente Pirola per la passione e l’anima con cui sta interpretando il ruolo di n° 1. Busto merita di tornare ai fasti di un passato recente, anche se oggi appare ancora distante. Il processo di rinnovamento del club è partito proprio dall’assetto societario per finire alla gestione del Palasport. Difficilmente una giocatrice potrà rimanere per anni legata ad una società, anche se personalmente sono affezionato ai valori della maglietta e quindi ripenso ai grandi miti del passato come Manuela Benelli, colonna per anni della Teodora Ravenna, o Consuelo Mangifesta, che ha scritto la storia del Matera in Italia e nel mondo. Oggi la nostra serie A1 deve competere con le offerte faraoniche dei magnati russi, turchi e asiatici”.

A Rovereto ha sponsorizzato il torneo locale di pallavolo. Come valuta questa esperienza?
“Devo ammettere che è stata molto positiva ed è nata per fidelizzare la mia azienda sul territorio trentino. Abbiamo sponsorizzato in particolare il torneo giovanile di Natale, organizzato dalla locale società di volley e che nel tempo è diventato un appuntamento top in Italia. Proprio da questa manifestazione abbiamo avuto anche il merito di lanciare Katarina Bulovic, che oggi è nella rosa del Club Italia in A1 e che è cresciuta nel Rovereto ed è esplosa nell’Ata Trento. A volte penso che valgano più gli investimenti nel settore giovanile che nelle prime squadre. A me piace ancora assaporare il legame con i valori dell’etica, della formazione e il vedere realizzati i sogni dei nostri figli. La soddisfazione più grande è quella di dare lustro ad un territorio attraverso le sue eccellenze, saper dare qualcosa a quella gente che ti ha accolto come se fossi uno di loro da sempre. Lo dico da imprenditore e lo dico da genitore”.

Ha dato più la pallavolo a lei o lei alla pallavolo?
“Essendo stata la mia una breve esperienze in seno al CDA di un club di A1, credo che il risultato sia di perfetta parità. Anzi, la pallavolo mi ha lasciato un patrimonio di rapporti umani dal valore inestimabile. Busto mi ha dato il proprio cuore, i tifosi ma anche la gente comune mi hanno accolto con calore ed entusiasmo. Di mio ho portato alla UYBA il mio sapere e valuto la mia annata più che positiva. Alla fine è la passione e il desiderio di raggiungere dei risultati che muove le nostre coscienze e ci permette di andare oltre barriere o le difficoltà. Il grande pregio del volley è quello di attrarre le famiglie, lo abbiamo visto anche a Firenze alle Final Four di Coppa Italia: c’era gioia e festa sugli spalti e lo spettacolo offerto in campo è stato straordinario. Penso di aver ricevuto dal volley ma anche di aver dato e, se oggi la Futura Volley è cresciuta, non mi sbaglio se dico che il lavoro fatto lo scorso anno sia stato proficuo. E poi sono certo che patron Pirola saprà riportare in alto il club”.

A Busto Arsizio non c’è solo  il volley ma, ad esempio, anche calcio. L’imprenditoria locale come risponde?
“Devo dire che il territorio risponde bene, anche se può fare molto di più. Gli imprenditori locali hanno molto a cuore le sorti delle compagini di punta di Busto ma anche di tutto il comprensorio. Ho apprezzato molto il concetto di aggregazione attraverso lo sport e la volontà di fare impresa con lo sport per dare un futuro alle future generazioni. E in questa direzione lo stesso Pirola è stato lungimirante nel mettersi al servizio di Busto e della provincia di Varese, puntando tutto sullo sport e sul rendere vivibile il PalaYamamay con una serie di investimenti in chiave green energy che infondono benessere a chi vive la struttura sportiva tutti i giorni dell’anno, dagli atleti agli spettatori”.

La rivedremo a Busto?
“Sono rimasto simpatizzante della Unet Yamamay Busto Arsizio perché questa città è parte del mio cuore. La pallavolo è una disciplina che unisce e non allontana e anche da spettatore sugli spalti mi sento sempre a casa. Spesso vengo a vedere le partite della UYBA perché questa squadra ha saputo entusiasmare e ritornare in questa stagione in vetta alla classifica, seppur per poche settimane. L’altra sera in Coppa Cev, in terra ungherese, ho rivisto una compagine cinica, in grado di dettare legge e mostrare i muscoli. E quindi auguro a Pirola, all’amico Enzo Barbaro e a tutti coloro che ogni giorno lavorano per il bene del club di raccogliere il massimo delle soddisfazioni perché la Futura Volley è, a pieno titolo, storia della pallavolo internazionale”.

Laura Paganini