Una stagione nata sotto i buoni auspici e una proprietà, quella della Unet E-Work Busto Arsizio sempre più solida. Alzata l’asticella dei traguardi, la società del presidente Giuseppe Pirola ha grandi progetti, soprattutto nel posizionamento del brand a livello internazionale. E’ in linea con gli obiettivi aziendali e sportivi, Paolo Lugiato, Amministratore Delegato della UYBA due anni fa e tra gli artefici del progetto 2.0 che oggi regala i primi risultati.

Quanto le manca la pallavolo e il mondo UYBA Volley?
“La pallavolo resta una grande passione ed è innegabile che abbia a cuore le sorti della Unet E-Work. A Busto Arsizio ho vissuto una stagione bellissima e con ricordi indelebili, a partire dal progetto 2.0 che ha sancito l’inizio di un nuovo ciclo societario. Si è cominciato a lavorare in un’ottica più manageriale e ad iniziare a concepire il PalaYamamay non più come una struttura da utilizzare per le partite interne del fine settimana, ma come una vera e propria “casa dell’intrattenimento”, dove la pallavolo la fa sì da regina, ma che possa attrarre anche altre discipline, artisti ed aziende. Una visione differente, dunque, che ha aperto a nuove frontiere di comunicazione e di fruizione dell’immobile, dato in concessione trentennale dall’amministrazione comunale bustocca alla società biancorossa”.

Oggi il club sta tagliando i primi traguardi. Quale la appassiona di più? Quello sportivo o quello imprenditoriale?
“Penso che quello sportivo, che ovviamente è il fine ultimo, sia una conseguenza di quello imprenditoriale. Dal punto di vista sportivo, ci vuole sempre un pizzico di fortuna, ma penso che quest’anno Enzo (Barbaro, ndr) abbia fatto un ottimo lavoro di costruzione della squadra insieme a Mencarelli. Dal punto di vista manageriale, Pirola è riuscito a portare al tavolo tanti nuovi partner commerciali, in primis la E-Work. Mi fa anche piacere vedere che anche alcuni dei partner che avevamo attratto insieme sono ancora al fianco del club. Credo davvero che il tessuto imprenditoriale locale e nazionale si siano resi d’accordo della serietà e la bontà del progetto”.

E di Casa Uyba cosa ci dice?
“E’ una hospitality di primo livello sul modello di San Siro o dell’Allianz Stadium, che non ha precedenti nella pallavolo. Anche in questo caso la sua realizzazione ha richiesto molta caparbietà, portata avanti da un Presidente che quando crede in qualcosa lo realizza e basta. Ma concepirla, disegnarla, autorizzarla e arredarla è stato tutt’altro che un gioco da ragazzi”.

Conviene investire nella pallavolo femminile?
“Conviene sempre, perché è lo sport che calza come un abito per le famiglie, perché insegna rispetto e fair play e poi è forse uno dei pochi sport al quale si pensa sempre al femminile e che per questo si coniuga da un lato con la classe e l’eleganza e dall’altro con la determinazione a la caparbietà. Le aziende del volley sono tante, gli imprenditori seri ci sono e concordo con la linea programmatica di Mauro Fabris, presidente di Lega Pallavolo Serie A Femminile, che in questi giorni sta portando avanti le battaglie che decideranno verosimilmente il futuro della pallavolo; il tutto racchiuso in un documento firmato da tutti i Club di Serie A1 e A2 Femminile”.

Che idea si è fatto?
“In sintesi, la Lega donne sta puntando i piedi con la CEV e FIVB sulla questione dei calendari. La Lega Pallavolo vuole la stesura, da parte della Federazione Europea e Mondiale, di un calendario internazionale che rispetti il periodo di sette mesi dedicato alle attività dei campionati nazionali. Fabris punta alla non limitazione del numero di atlete straniere nei campionati di Serie A, e per l’A2 ad un ripristino di una formula gestibile, in base alle potenzialità della categoria”.

E Busto Arsizio secondo lei, come si è mossa? Ha precorso i tempi?
“La UYBA sta facendo una politica diversa dalle altre squadre e ha puntato su atlete italiane che, sotto la guida di Mencarelli, sono già pronte per la Nazionale. Sono favorevole all’ingaggio di straniere, ma se sono di qualità. A parità di caratteristiche, meglio giocare con ragazze del vivaio; non avrebbe altrimenti senso investire in un settore giovanile. La Unet E-Work nel sestetto base ha una straniera forte e poi tutte italiane. Dal Club Italia ha arruolato giovani interessanti che fanno ormai parte della rosa di partenza. L’A1 di quest’anno è di altissimo livello e se Busto Arsizio è tra le prime quattro e può schierare una formazione tutta, o quasi tutta, italiana, significa che le giocatrici “Made in Italy” ci sono e sono utili per la Nazionale. Quindi, poi, il problema straniere sarebbe relativo.  Io lascerei tutto come ora e inserirei un incentivo, da capire come declinare, ai club di A1 e A2 che, in base alla classifica finale raggiunta, hanno schierato più atlete italiane.

La Unet E-Work è da scudetto?
“Come sempre, è difficile fare una previsione. Mi sento di sbilanciarmi sul fatto che Busto si piazzerà tra le prime quattro della regular season, ha potenziale enorme. I playoff scudetto sono un campionato a parte e tutto può accadere, e soprattutto questa squadra può giocarsela con tutte le big e alla pari.  La progettualità di Uyba 2.0 era questa: ogni anno migliorare i conti e il rendimento della prima squadra. Anche il posizionamento del brand Uyba sta facendo passi da gigante, frutto anche di una comunicazione azzeccata”.

Laura Paganini