Martedì a Roma, presso la sala stampa della Camera dei Deputati, si è tenuta una conferenza stampa su un tema che dovrebbe stare a cuore agli sportivi in generale, ma soprattutto alle atlete donne. Nella prossima legge di bilancio (anno 2018) è stato infatti inserito un “Fondo unico a sostegno del potenziamento del movimento sportivo” e tra le finalità c’è finalmente quella del diritto alla maternità delle atlete. A questo fine sono stati previsti due milioni di euro per il 2018, ma la durata del progetto è, almeno sulla carta, triennale.
È la prima volta che viene istituito un fondo nazionale di questo tipo. Significa restituire valore sociale alla maternità che deve poter essere una libera scelta. E se questo è vero nel mondo del lavoro, deve esserlo anche in quello dello sport -, ha dichiarato Titti Di Salvo, responsabile dipartimento mamme Pd, che ha fatto le veci anche delle colleghe Laura Coccia e Daniela Sbrollini -“.

Tra i presidenti delle Federazioni Sportive, era presente all’incontro anche Mauro Fabris, numero 1 della Lega Pallavolo Serie A Femminile: “Teniamo molto alla questione ed avvertiamo la necessità di fatti molto concreti come questo – ha affermato nel suo intervento -. C’è però ancora molto da fare. Per quanto ci riguarda, dobbiamo metter mano alla legge 91: bisogna avere il riconoscimento che si tratta di un lavoro come altri oppure non ne usciremo mai“.

Nel momento in cui un’atleta di volley, ad esempio, scopre di essere incinta, infatti, il suo contratto con la società si interrompe e non gode delle tutele di una lavoratrice normale. Il lavoro delle giocatrici di qualunque sport non è riconosciuto come inserito nel professionismo, quanto piuttosto fa parte dell’area del dilettantismo dove non è previsto nessun diritto.
Negli anni scorsi, alcune atlete e anche alcune squadre di club si sono mosse per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’argomento e provare a fare arrivare il messaggio in alto, a chi di dovere. Alla campagna “Atlete per il diritto della maternità”, lanciata dall’Assist, l’associazione nazionale atlete, hanno aderito nel 2017 la Foppapedretti Bergamo e la Liu Jo Nordmeccanica Modena (in foto) le cui giocatrici hanno posato per qualche foto con un finto pancione simulato con un pallone da gioco e nascosto sotto la maglietta ufficiale.
Oltre al mondo del volley, si sono fatte portatrici di questo messaggio quattro squadre di Basket A1 (Torino, Schio, Broni, San Martino di Lupari), la Dream Team Pisa del sitting volley, le campionesse d’Italia del Montesilvano Calcio a 5, la Chieti di Calcio a 11 di serie A e l’Orizzonte Catania serie A di pallanuoto.
Che sia giunto finalmente il momento di tutelare le atlete? 

Laura Paganini