Nonostante le tante difficoltà incontrate finora, la stagione del Legnano continua nel migliore dei modi; il cambio di panchina dello scorso ottobre ha dato i suoi frutti e sotto la guida di Massimo Rovellini i lilla sono stabilmente nelle zone nobili della classifica. I problemi societari di inizio stagione che influivano negativamente sull’aspetto mentale della squadra sono stati risolti e come conferma lo stesso Rovellini: “Il morale è alto. I buoni risultati ci aiutano a proseguire serenamente il nostro cammino senza pensare al passato. Tuttavia persistono i problemi a livello di rosa e l’addio di Ianni lo dimostra”.
La coperta corta porta inevitabilmente ad uno sforzo fisico superiore alla media di parecchi calciatori che, non avendo sostituti, giocano praticamente tutte le partite. Malgrado ciò: “La condizione fisica della squadra è ottima – continua Rovellini – soprattutto grazie all’eccellente lavoro dello staff di cui dispongo. Ovviamente qualcuno ha bisogno di rifiatare e per questo dovremo essere bravi ad operare nel mercato di dicembre andando a rinfoltire i ranghi laddove ce ne sia bisogno; mi riferisco in particolare alla difesa e all’attacco. I profili interessanti non mancano, ma bisogna vedere se riusciremo ad acquistarli”.
In attesa di dicembre, però, il Legnano deve continuare a vincere, cosa che ha fatto domenica scorsa nel sentito derby con il Saronno. “È stata una partita difficile – ammette Rovellini – ma del resto ogni squadra che affrontiamo dà legittimamente il tutto per tutto. Il Saronno è una squadra tosta che non merita l’attuale posizione in classifica; in ogni caso, noi siamo stati bravi a portare a casa i tre punti. L’aver vinto alla fine non pregiudica il fatto di aver comunque meritato la vittoria, fa parte del gioco del calcio: settimana scorsa abbiamo perso all’ultimo istante contro il Sancolombano, domenica ci è andata meglio”.
La vittoria del derby regala dunque tre punti fondamentali al Legnano di Rovellini che, complice il mezzo passo falso del Verbano e il pareggio tra Busto 81 e Ardor Lazzate, si avvicina alla vetta, distante ora solo due lunghezze. “È un campionato aperto – commenta il mister dei lilla – e a differenza degli scorsi anni non ci sono più squadre come Varese e Pavia che monopolizzavano la classifica; quest’anno ci sono quelle cinque o sei squadre che lotteranno fino alla fine per la vittoria. Dovremo essere bravi a giocare le nostre carte fino all’ultima giornata”.
Il prossimo ostacolo si chiama Castellanzese, la matricola che come ricorda Rovellini è già riuscita a fermare Verbano e Busto: “È una partita che temo molto, anche più del match tra qualche giornata contro il Busto 81. Giocare contro una diretta contendente dà di per sé stimoli in più; stimoli che possono venir meno quando si incontrano squadre che sulla carta sono di un livello inferiore. Mi aspetto una partita ordinata e attenta da parte dei miei ragazzi, in linea con i risultati che stiamo ottenendo. Un bilancio dopo le mie prime sette partite? Direi che con 14 punti raccolti è più che positivo, ma quello che voglio sottolineare è il fatto di aver trovato immediatamente grande disponibilità da parte di tutti. Mi trovo in un ambiente che mi consente di lavorare bene, ma inevitabilmente un giudizio sul mio operato sarà possibile solo alla fine del campionato, quando saranno i risultati a parlare”.
Inevitabile, infine, un commento su uno dei momenti più bui del calcio italiano riflesso dalla mancata qualificazione ai Mondiali di Russia 2018: “Vedere un Mondiale senza Italia fa male, ma questo è lo specchio della crisi del nostro calcio. Serve un ringiovanimento di tutto il sistema e delle scuole calcio; soprattutto bisogna insistere maggiormente sui talenti italiani, senza metterli da parte a scapito di giocatori esteri. Non che questi siano un male, sia chiaro, anzi più sono forti più sono ben accetti, ma ad esempio quando giocavo io erano ammessi solo tre stranieri in campo e questo agevolava di conseguenza la nascita di fuoriclasse nostrani. Senza dubbio questo è uno dei momenti più bassi del calcio italiano, ma è quando si tocca il fondo che si ricomincia a salire”.
Matteo Carraro