A lezione di sport. Stamattina gli studenti dell’ISISS “F. Daverio – N. Casula” di Varese hanno avuto la possibilità di venire a contatto con una materia che non si studia tra i banchi di scuola: lo sport raccontato da chi ci vive, da chi ci lavora, da chi lo ama. Gli alunni hanno preso posto in Aula Magna per ascoltare diverse testimonianze; presenti al tavolo Kangur e Ferrero della Pallacanestro Varese, Francesco Roncari, capitano dell’Hs Varese (basket in carrozzina), Gucci, Luoni e Gazo del Varese Calcio e Ambrosetti dei Gorillas (Football Americano) accompagnato dai compagni Brando e Valentino.

Dopo i saluti iniziali del dirigente scolastico, la professoressa Nicoletta Pizzato, la parola è passata ai protagonisti. Il primo a raccontare la sua esperienza è stato Ferrero: “Gioco a basket da quando ho 6 anni, adesso ne ho 28 e due anni fa ho deciso di rimettermi a studiare. Lo sport è stata la scuola della mia vita, l’andare indietro dei secondi sul tabellone mi ha insegnato a non perdere tempo. Non dico di essere secchioni – ha detto rivolgendosi ai ragazzi -, ma vi invito ad interessarvi a qualcosa e se vi piace approfonditela”.

Dopo di lui ha preso la parola Francesco Roncari che ha riassunto la sua vita emozionando tutti: “Ho 24 anni e sono seduto sulla mia ‘bambina’, la chiamo così, da 23; avevo un anno quando sono diventato paraplegico cadendo dal tavolo. Nello sport mi sento realizzato e l’ho sempre vissuto come una valvola di sgofo dal mio stress quotidiano. Per dieci anni ho praticato nuoto, poi due anni di judo e infine il basket in carrozzina. Sei stagioni a Cantù, una a Sassari facendo sponda con Varese e poi la squadra della mia città della quale da quest’anno sono anche il capitano. Vesto anche la maglia della Nazionale e mi sto preparando all’Europeo di Tenerife (19 giugno-1 luglio ndr). Con l’Under 22 ho vinto una medaglia di Bronzo nel 2014 a Saragozza. Sono laureato in Biologia e laureando in Biotecnologie. Non finisce qui perché sono anche Consigliere comunale allo sport della mia città. Senza lo sport non sarei nulla”.

Al microfono si è poi messo l’attaccante del Varese, Gucci: “Anche io ho iniziato da bambino e all’inizio ho preso lo sport come un gioco, uno stare insieme. Mettendoci impegno e dedizione però si può sognare in grande. Qui a Varese sono arrivato a gennaio e mi sono sentito come uno studente che cambia scuola o semplicemente sezione. Integrarsi con gente che non si conosce non è mai facile e sono le altre persone che possono dare una mano”.

Ambrosetti, tuttofare dei Gorillas di cui è presidente, allenatore e giocatore, ha raccontato la realtà del football americano: “Siamo nati da poco e viviamo lo sport come una sfida e come un momento di crescita. Nel nostro sport c’è tanta fatica e tanto dolore fisico perché è molto di contatto. Da ragazzi eravamo degli scavezzacollo e la palla ovale probabilmente ci ha salvato dal diventare delinquenti. Adesso siamo persone migliori. Ai varesini dico di imparare a non essere mediocri, ad applicarsi di più. Il muscolo che va allenato più di tutti gli altri è il cuore”.

Infine l’esperienza di vita di Kangur, giocatore estone: “Ho giocato in tanti paesi come Francia e Germania e sono venuto a contatto con realtà, persone e modi di pensare diversi. Sento che l’Italia è casa mia. Grazie allo sport posso dire di avere tanti amici, di aver instaurato tante relazioni. Lo sport rende felici e realizzati”.

Elisa Cascioli