Avramovic: 6,5 Spesso partono dalle sue mani le iniziative più pericolose di Varese ed è bravo a togliere qualche castagna dal fuoco. Non è esente da colpe con qualche palla di troppo gettata via, ma alla prima da titolare dopo parecchio tempo disputa una prova sostanziosa.
Pelle: 6,5 Slaughter è un cattivo cliente, ma Norvel sfanga più che bene la serata. Anzi, in difesa è un baluardo e sa recuperare i palloni per trovare punti preziosi. Resta accoppiato con Gentile nel momento decisivo, ma più di così non poteva fare.
Natali: 6 Disputa una gara attenta difensivamente e nei 21′ in campo è sempre diligente. Da infarto quando sbaglia la tripla al 40′, ma bravissimo ad andare sul rimbalzo e servire Wells per la tripla dell’aggancio.
Okoye: 7 A tratti è un’iradiddio come quando arrivando dal lato debole salta e infila una stratosferica schiacciata in tap in. Predilige le imbeccata di Avramovic, ma sa far male quando deve. Lasciategli un tiro aperto e vi giustizierà. Peccato spenda il suo quinto fallo troppo presto.
Tambone: 6,5 Ordinato in regia, disputa 24′ sagaci e con molta attenzione nelle letture. Bravissimo a sfruttare gli spazi concessi, non trema nel supplementare quando deve prendersi le sue responsabilità. Rimane il dubbio su quell’infrazione di passi lanciato in contropiede attorno al 43′, ma la sua gara è ampiamente soddisfacente.
Cain: 7 Gioca anche in coppia con Pelle per via dell’assenza di Hollis e disputa una gara pressochè perfetta. Quando prende posizione in area, è spesso letale, difende benissimo su Lawson, recupera 9 rimbalzi, subisce 7 falli e chiude con 27 di valutazione. Impossibile volere di più da lui.
Ferrero: 7 L’unico peccato della sua gara è che i falli lo abbiano limitato a soli 24′ in campo. 24′ di perfezione per le scelte in attacco dove sceglie sempre il momento giusto per attaccare l’uomo oppure tirare. Difensivamente è il solito mastino e viene pubblicamente elogiato da coach Caja. Mastino.
Wells: 6 Gara alterna per Cameron che va come un motore a 3 cilindri dando l’impressione di potersi accendere senza mai veramente illuminare.

Matteo Gallo

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