L’estate biancorossa ha portato un’aria nuova nel capoluogo prealpino: la società ha dichiarato di voler puntare su un progetto sostenibile, scegliendo i giocatori in base a precise caratteristiche e alle esperienze pregresse. Tra gli elementi che compongono il roster agli ordini di Attilio Caja c’è anche Nicola Natali, approdato a Varese grazie alle qualità difensive e nel tiro da tre che gli sono state riconosciute dagli uomini mercato della Openjobmetis. Il 29enne toscano, esordiente a questi livelli, ha giocato 59 minuti complessivi nei primi sette turni di campionato.

Natali, come sta andando finora l’impatto con la Serie A?
«Ho 29 anni ed è la prima volta che tento il salto di categoria, per cui devo prima di tutto dire grazie a Coldebella e Caja che hanno deciso di darmi questa opportunità. Sono anche grato di aver avuto fino ad ora la possibilità di entrare in campo in ogni partita. Giorno per giorno lavoro per provare a guadagnare più spazio, il mio obiettivo non può che essere questo: mi piacerebbe dare ancora di più e meritarmi ancora più minuti».

Dopo la presentazione della squadra aveva speso belle parole per il pubblico di Masnago. Com’è giocare al PALA2A?
«Lo trovo stimolante: i tifosi sono molto di supporto, ti fanno sentire grato di indossare questa maglia. Il fatto di aver vinto un paio di partite con così tanti punti di scarto è il segnale che quello che si respira a Masnago, grazie alla partecipazione del pubblico, è un’arma in più a nostro favore. Ne facciamo tesoro e cerchiamo di utilizzarla quando se ne presenta l’occasione. Anche contro Sassari proveremo a sfruttare questa enorme spinta».

Tre buone trasferte, due delle quali perse per un soffio su campi difficilissimi. È più il rammarico per la sconfitta o la soddisfazione per essersela giocata?
«Quando rientri nello spogliatoio dopo la partita in questi casi sei sempre arrabbiato, a caldo prevale decisamente il rammarico: ad Avellino eravamo a +2 a un minuto dalla fine, una vittoria ci avrebbe dato ancora più slancio. Poi però, nei giorni successivi, analizzi la partita e riesci a metabolizzare la sconfitta: Avellino e Milano sono costruite per essere ai vertici, noi dobbiamo prendere il positivo da queste gare provando a ripetere quello che abbiamo fatto bene e a cambiare quello che abbiamo sbagliato».

Il grande sforzo fisico in difesa può comportare una perdita di lucidità nel finale. È un aspetto su cui si può migliorare?
«Si costruisce giorno per giorno, è l’unico modo in cui ci si può preparare in tal senso. Attilio fin da quando ci siamo radunati ci ha detto che le nostre armi principali sarebbero state aggressività e difesa. Le gambe e la mentalità si affinano attraverso il lavoro quotidiano, ma comunque già ad oggi ritengo che – anche grazie al lavoro di Marco Armenise – la nostra condizione fisica sia migliore rispetto a quella di altre squadre. Confido che col tempo miglioreremo anche sul versante della gestione».

Sassari è una squadra ambiziosa, al di là delle difficoltà che ha avuto finora. Che partita ci si deve aspettare?
«Per poter competere noi dobbiamo sempre scendere in campo con il triplo del desiderio, dell’energia e dell’aggressività rispetto ai nostri avversari. Come capita e capiterà spesso, anche in questo caso la nostra avversaria ha più talento e più risorse di noi, ma questi aspetti passano in secondo piano se riesci a impattare la partita con grande energia come è successo nelle scorse gare casalinghe: è importante far vedere che sei subito pronto, magari piazzando un parziale iniziale».

Filippo Antonelli